di Andrea Pellegrino Pare che siano in sostanziale aumento i franchi tiratori del centrodestra pronti a tradire Giovanni Romano. In dubbio ci sono ancora le posizioni dei sindaci Manlio Torquato (Nocera Inferiore) e Giovanni Maria Cuofano (Nocera Superiore) mentre pare che l’asticella si stia spostando verso Canfora (candidato presidente del centrosinistra) a Pontecagnano, Angri e clamorosamente a Pagani. Oltre naturalmente a Scafati dove sono note le posizioni del sindaco Pasquale Aliberti rispetto a Giovanni Romano, nonostante i recenti pubblici riavvicinamenti. Conti alla mano in ballo pro Canfora ci sarebbero circa 4000 punti che proverrebbero direttamente da Pontecagnano, Scafati, Pagani ed Angri. Ecco il perché: nel comune di Ernesto Sica, forte di una intesa con Cobellis (segretario provinciale dell’Udc) e con De Luca in vista delle regionali, si muoverebbero 10 consiglieri al voto: totale 900 punti; a Scafati, invece, pare siano 9 i consiglieri comunali di Forza Italia pronti a tradire Romano. In bilico ci sarebbero solo tre dissidenti appartenenti al gruppo dell’ormai scomparso Pdl. Nel comune di Aliberti, Forza Italia – a conti fatti – varrebbe 1664 punti. C’è poi a sorpresa Pagani, dove il primo cittadino Salvatore Bottone potrebbe trascinarsi ben 8 consiglieri dall’altra parte. Questo in virtù di un evidente contrasto con i Fratelli d’Italia di Edmondo Cirielli ed oggi anche di Alberico Gambino, ex sindaco paganese, ritornato sulla scena politica e prossimo alla ricandidatura al consiglio regionale. C’è poi Angri, dove Pasquale Mauri avrebbe già stretto accordi con De Luca per mezzo di Cobellis. Qui sono tre i consiglieri comunali che potrebbero spostarsi su Canfora. In questo caso si parla di 492 punti. Insomma se così fosse la vittoria di Giuseppe Canfora sarebbe scontata. Anzi il sindaco di Sarno avrebbe dalla sua una forte acclamazione a danno naturalmente di un centrodestra che ne uscirebbe distrutto. Ed in particolare Forza Italia, per la quale le previsioni della vigilia non lasciano presagire nulla di buono: si parla – stando alla lista messa in campo – di una elezione di massimo due consiglieri provinciali.
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