di Erika Noschese
Ci sarebbe un accordo sottobanco tra il Pd e Fratelli d’Italia. A denunciarlo il candidato sindaco di Mercato San Severino, Giovanni Romano, in campo con due liste a suo sostegno: Uniti per San Severino e Civica per San Severino. “Noi abbiamo due grandi punti di forza: un progetto e noi non abbiamo padroni, né padrini e non siamo condizionati da nessuno”, ha dichiarato Romano che prova a riconquistare la fascia tricolore con un ampio programma elettorale che punta alla tutela ambientale, le attività produttive e commerciali, la trasparenza. Romano ha puntato l’attenzione anche sui fondi del Pnrr che potrebbero offrire la svolta che manca oggi alla città, in declino da anni. Mancano poco meno di sette giorni al voto, il clima che si respira ora in piena campagna elettorale? “La campagna elettorale a Mercato San Severino negli ultimi giorni è diventata un po’ tesa perché non riguardano principalmente i programmi e le attività da farsi ma ci sono molti atteggiamenti di provocazione gratuita e rilevazioni personali che finiscono per distrarre l’attenzione anche dei cittadini che sono interessati a programmi e alle attività future di una città che oggi vive un momento estremamente difficile, di assoluto declino. Una situazione che viene molto avvertita dalla comunità ma nello stesso tempo abbiamo lanciato un allarme: la città deve subìre oggi attività non autorizzate sull’intero territorio in totale assenza di vigilanza; non è proprio una bella sensazione per noi che giriamo tra le varie frazioni – perché Mercato San Severino è un territorio molto esteso con 22 centri abitati, oltre al capoluogo – e anche per gli stessi cittadini che finiscono inevitabilmente ad attenuare, con la loro partecipazione, gli incontri elettorali”. Come descrive oggi Mercato San Severino? Quali sono le difficoltà più evidenti? “E’ una città in declino anche dal punto di vista sociale e culturale. Oggi le attività commerciali, che erano la vera forza, sono allo stremo; dell’intera rete commerciale ne è rimasto poco più della metà, a causa sicuramente dell’epidemia ma è evidente che non c’è stata una politica di aiuto, sostegno alle imprese, ai commercianti e agli artigiani. È una città che sconta la mancanza di un progetto; l’attuale amministrazione è nata da un broglio elettorale: cinque anni fa si sono messi insieme i vincenti e i perdenti ma questa fusione ha generato un tirare a campare; manca anche l’ordinaria amministrazione, molti pezzi importanti della città sono stati svenduti ad imprese o soggetti che non sono di Mercato San Severino e oggi non c’è un adeguato riscontro perché non ci sono i controlli. C’è una sensazione di scoraggiamento da parte dei cittadini che dimostrano di essere molto preoccupati. La sintesi è che Mercato San Severino è una città morta, questa è una cosa molto grave; i cittadini hanno perso fiducia nei confronti dell’amministrazione e hanno maturato l’idea che non c’è prospettiva, futuro o speranza e ovviamente la stessa comunità finisce per subire la stessa sorte della città materiale”. Quali sono i punti principali del suo programma elettorale? “La prima cosa da fare è il sostegno alle attività produttive, prime fra tutte quelle commerciali attraverso sgravi fiscali per le bollette che sono arrivate e che riguardano i due anni precedenti; bisogna far riaprire i negozi attraverso le esenzioni e attenuazione fiscale comunale per riaprire le attività e soprattutto aiutare coloro che si vogliono cimentare nella ripresa. Seconda cosa è rimettere in moto la città dal punto di vista culturale; la nostra è sempre stata una città di accoglienza con eventi culturali, iniziative che dovevano portare sul nostro territorio persone perché noi viviamo di commercio e se non riusciamo a portare persone sul territorio si penalizza la città. Terza cosa da fare è ridare trasparenza all’azione amministrativa perché oggi ci sono troppi atti opachi, sotterfugi; fermare alcuni interventi che si stanno tentando di fare sul territorio, primi fra tutti l’immensa speculazione edilizia che riguarda l’area del Palazzetto dello Sport; assicurarsi che le altre opere in corso – sulle quali ci sono inevitabilmente inchieste giudiziarie in corso – si completino e predisporre un programma serio di sviluppo con idee serie, iniziative concrete; intercettare i fondi del Pnrr: la nostra città, rispetto agli altri comuni, ha perso fino ad ora oltre 30 milioni di euro di finanziamenti perché, nella maggior parte dei casi, non sono state neanche presentate le domande, i progetti di fattibilità sui bandi. Se noi perdiamo l’opportunità del Pnrr per noi è finita anche perché sappiamo molto bene che il piano nazionale di ripresa e resilienza non riuscirà a rimettere in piedi l’Italia, gli indicatori economici sono negativi dappertutto perché all’emergenza sanitaria si aggiunge l’emergenza della guerra e a maggior ragione bisogna essere bravi, attenti, vigili, determinati per cercare di contenere le perdite ma tutto questo nella nostra città non si verifica. Ultimo aspetto è l’ambiente: in cinque anni, nella nostra città, non è stato fatto nulla per la salvaguardia dell’ambiente; noi abbiamo un problema enorme che riguarda la divisione della gestione dell’impianto di depurazione a Costa, strettamente collegato e noi ci batteremo affinché si possano riunire dopo la divisione dettata da ragioni politiche. Il nostro ospedale, tra le altre cose, è stato saccheggiato, privato delle sue attività a favore del San Leonardo e questo è il frutto di quell’imbroglio di cui parlavo prima: l’amministrazione ha risposto ad ordini provenienti da altre città e questo non è giusto per una città che ha una sua storia, che negli anni è stata un modello, un passo avanti rispetto agli altri mentre oggi è una sorta di dormitorio”. Appello al voto: perché i cittadini dovrebbero votare per lei? “I cittadini dovrebbero votare – più che per me – per un programma ed un progetto per la città. Noi abbiamo avuto il coraggio di scriverlo, di avere una visione a lungo termine. Dovrebbero votare per noi perché abbiamo una garanzia che tutto questo si realizzi: i nostri candidati sono la nostra forza perché non hanno responsabilità amministrativa; ci dicono che non prendiamo voti, non è vero perché non hanno bisogno della politica o dell’amministrazione per campare perché hanno un loro lavoro; portano l’esperienza della loro quotidianità, dal benzinaio al professore universitario, dal medico al professionista, passando per l’artigiano e l’imprenditore. Hanno idee che, se mai dovessimo avere l’onere e l’onore di guidare la città, possono mettere in atto perché non rispondono a nessun altro partito se non la città di Mercato San Severino mentre altri hanno fatto accordi sotto banco, si parla di un accordo tra Pd e Fratelli d’Italia per l’attuale sindaco uscente ma ovviamente se ne guardano bene a mettere i simboli di partito perché sanno che oggi i cittadini non votano i partiti ma un accordo sotto banco c’è, hanno firmato cambiali che porteranno al caos quando dovranno essere stabilite le deleghe, le consulenze, i professionisti e le gare. Noi abbiamo due grandi punti di forza: un progetto e noi non abbiamo padroni, né padrini e non siamo condizionati da nessuno.