di Arturo Calabrese
C’è una frase che viene attribuita a François-Marie Arouet, meglio conosciuto come Voltaire. Il soggetto è il tempo che viene paragonato ad un galantuomo e il concetto è chiaro: col trascorrere di esso si ristabiliscono le verità.
L’illuminista francese aveva ragione: il tempo ha fatto emergere la realtà delle cose. Era il luglio del 2024 quando Roccadaspide è finito al centro di una delle tante inchieste di questo giornale.
Venne fuori, allora, la parentopoli del comune dell’interno: il sindaco Gabriele Iuliano ha dato un incarico al fratello Vincenzo Iuliano già dipendente dell’ente. Il primo cittadino lanciò un feroce comunicato stampa contro “le Cronache”, tacciando il quotidiano di scrivere articoli falsi e diffamatori.
A distanza di tempo, quanto si diceva si è concretizzato: Vincenzo Iuliano ha ricevuto un’indennità di 4mila euro per il nuovo incarico. Incarico che consiste, come si legge nell’atto ufficiale, “nella Specifica Responsabilità delle attività istruttorie connesse alla costituzione dell’Ufficio Tributi con relative attività di relazione con il pubblico, nonché delle attività connesse alla costituzione dell’Ufficio del Personale (gestione delle presenze, nuove assunzioni, pensionamenti, pass-web etc) ed infine alle attività connesse alla gestione del Servizio demografico ed elettorale”.
Nel comunicato di cui sopra, Gabriele Iuliano, ci tocca scrivere sempre nome e cognome, affermava che il carico di lavoro in più del fratello Vincenzo sarebbe stato totalmente gratuito dato che avrebbe mantenuto “lo stesso livello retributivo e di posizione di cui godeva – si leggeva – si chiama spirito di servizio.
Una cosa ben diversa e che andrebbe plaudita. Per dirla semplicemente, il dipendente si è caricato di una bella rogna, che nessuno preferiva caricarsi sulle spalle”.
“Nel decreto di nomina n. 9 del 08/04/2024 – scriveva il primo cittadino – facilmente acquisibile dal sito istituzionale del Comune, infatti, è scritto chiaramente che: “Dato atto che la nomina citata non comporterà alcun aumento salariale””.
Plauso a Iuliano, entrambi, ci mancherebbe, ma la verità è ben diversa. Non c’è nulla di male, è tutto legittimo, ma sarebbe di onestà intellettuale ammetterlo.
Lo spirito di servizio vale 4mila euro, il caricarsi di una bella rogna vale 4mila euro, lo stesso livello retributivo e di posizione di cui godeva vale 4mila euro, la nomina che non comporterà alcun aumento salariale vale 4mila euro.
L’invettiva di Gabriele Iuliano, dopo qualche mese, diventa un qualcosa che lascia l’amaro in bocca soprattutto per il deliberato attacco alla stampa ma il tempo, come diceva il filosofo, è stato galantuomo e quelle inchiesta non erano né false né diffamatorie.
Il sindaco Gabriele Iuliano è stato smentito dal responsabile del servizio Luigi Bellissimo e il costo di tale smentita è sempre 4mila euro. L’indennità liquidata è valevole per il 2024.
Essendo la nomin avvenuto ad aprile, si parla di otto mesi di lavoro. Il calcolo è semplice: 500 euro di indennità in più al mese. Il lavoro deve essere pagato ed è giusto che sia, ma è anche giusto dire la verità e non correre senza calzari alcuni in sentieri sui quali si sono seminate acuminate spine.






