di Monica De Santis
Roberto De Cesare è da un paio di mesi il nuovo presidente provinciale dell’Acai l’associazione cattolica artigiani italiani. A due mesi dalla sua nomina, dopo la dipartita del dottore Perrone, a lui il compito di traghettare gli iscritti all’associazione verso la ripresa dopo lo stop, forzato, causa pandemia. Un gruppo quello dell’Acai che vanta un bel numero di iscritti in tutta la provincia di Salerno di piccole e medie imprese… “Abbiamo molti iscritti, ma come è facile capire, attualmente gli artigiani e non solo nel salernitano, ma un po’ ovunque non godo di ottima salute, in termini lavorativi. Ci sono le pressioni fiscali che sono sempre incombenti per loro, a questo si aggiunge anche il numero di clienti che si è ridotto con la pandemia. Adesso le spese dei cittadini sono cambiate e si pensa un po’ meno all’oggetto d’arredo, tanto per farci capire, ma piuttosto a ciò che può essere utile per una famiglia. Quindi diciamo che a scegliere ad esempio tra una cucina artigianale e magari dei mobili in serie ed economici, ovviamente si sceglie la seconda ipotesi. E questo ovviamente sta mettendo in crisi il settore che ha bisogno di un vero e proprio rilancio del settore”. Un rilancio che De Cesare, spiega stanno cercando di ottenere anche con una serie di iniziative alle quali l’Acai partecipa in maniera fattiva… “Da tempo stiamo chiedendo un tavolo di trattative, non solo ai singoli comuni, ma anche alla Regione Campania, per cercare di portare dei miglioramenti per quanto concerne determinati aspetti che influiscono, specie in questo periodo in maniera negativa sulle piccole e medie imprese. Stiamo cercando proprio ultimamente di chiedere aiuto agli enti per un rinnovo del porfoglio di queste aziende e dare più spazio alle loro produzioni, oltre che un aiuto per la gestione dei locali. Purtroppo con il lungo stop dovuto alle restrizioni sono in tanti che quelli che non riescono a pagare i fitti, ecco perchè c’è bisogno di un aiuto in questo senso, anche per bloccare eventuali lettere di sfratto”. Analizzando più nello specifico il territorio salernitano De Cesare non nasconde che nelle zone dei piccoli centri della nostra provincia… “Si sta registrando la maggiore sofferenza da parte degli artigiani e non solo a causa della pandemia che ha bloccato l’arrivo dei turisti, ma anche per la burocrazia, troppo lenta e troppo complessa in certi casi, che impedisce a volte di aprire attività in quelle piccole località dove gli spazi disponibili sono limitati. Senza contare che le spese di tasse, inps, ed altro sono uguali a quelle delle grandi città, dove il fatturato è ovviamente maggiore. Ecco anche questo è un altro dei motivi, se non il principale che sta portando a far scomparire la piccola impresa da piccoli centri della nostra provincia”. E un segnale, chiaro, di crisi delle piccole e medie imprese, si è avvuto proprio durante questa pandemia, dove circa il 40% delle aziende ha chiuso… “La crisi è iniziata tre anni fa, ed è andata crescendo in quest’ultimo anno. Abbiamo registrato un -40% di iscritti alla nostra associazione e tutti per cessata attività o per cambio di attività. Ecco perchè urge un piano di rilancio del settore se non vogliamo che crolli definitivamente”