Riusciremo a “Cantare con Kant”? - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Riusciremo a “Cantare con Kant”?

Riusciremo a “Cantare con Kant”?

Olga Chieffi

Sebbene la teoria musicale della Critica del Giudizio sia stata oggetto di giudizi disparati, vi è consenso generale almeno su di una affermazione: “Kant non capiva assolutamente nulla di musica”. Le motivazioni sono individuate ora in idiosincrasie personali, ora nell’assoluta assenza di rilievo teoretico della sua concezione dell’arte in generale e della musica in particolare. Kant avrebbe attribuito alla musica la posizione inferiore nel sistema delle arti perché essa si limiterebbe a “giocare con le sensazioni”: la musica non è arte bella, ma solo piacevole; il suo paradigma è ben rappresentato dalla musica da tavola in uso nel Settecento.

Riusciremo a cantare con Kant o a far cantare Kant? Lo scopriremo a Salerno dal 12 al 15 ottobre concerti gratuiti con grandi artisti del panorama musicale italiano, laboratori teatrali e talk filosofici con accademici, giornalisti ed esperti in nove tecnologiche. Il programma è finanziato dalla regione Campania attraverso Scabec, società in cui Leo Annunziata è amministratore unico. “Questo è un progetto di cui siamo molto fieri – ha affermato Leo Annunziata – proprio perché ci sta l’intersezione tra Filosofia e Musica e siamo certi che possa interessare i giovani della Campania. Iniziamo con una prima tappa qui a Salerno, poiché questo è un progetto itinerante, quindi, svilupperemo questa nostra intenzione per tutta la Campania

Il progetto è dedicato agli studenti e punta a sostenere la creatività giovanile e la costruzione di sane relazioni sociali. L’obiettivo dell’ente di Santa Lucia, come evidenziato da Giuseppe Pagliarulo, dirigente delle politiche giovanili della Regione Campania: “Approfittare di un progetto come questo – ha continuato Giuseppe Pagliarulo – complesso e molto ampio, dalle infinite tematiche, in particolare il momento della partecipazione, dell’aggregazione sociale, e la scoperta della filosofia che resta sempre una delle materie più ostiche, che sarà contaminata con tutte le arti

Nel comitato scientifico del festival anche Gennaro Carillo, che ricordiamo tante volte al fianco di Paolo Isotta, professore di Storia del pensiero politico nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli: “La cultura è sempre stata un formidabile strumento di emancipazione sociale. La cultura è libertà, non a caso uno dei massimi problemi è la dispersione della popolazione scolastica, ed è noto che la musica è salvifica”

L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Salerno. Il delegato alla cultura, Ermanno Guerra ha preso parte alla presentazione e ha affermato che alla variegata offerta culturale della nostra città, ma questa manifestazione va ad integrare un segmento, quello della filosofia, insieme alla musica e al teatro, di grande interesse”. Concerti, dibattiti filosofici, riflessioni, contrappunti attoriali e interazioni con il pubblico animeranno la città all’interno del suo polmone verde. Nel Parco urbano dell’Irno si terranno infatti i concerti serali di Carmen Consoli feat. Marina Rei (13 ottobre), Daniele Silvestri (14 ottobre), BigMama e La Maschera (15 ottobre). Consoli, Silvestri e BigMama saranno intervistati in un’apposita Agorà da Gianni Simioli. Il Teatro “Antonio Ghirelli” ospiterà invece 15 talk filosofici con protagonisti Francesco Paolo Adorno, Maurizio Bettini, Valentina Carnelutti, Gino Castaldo, Nello Cristianini, Umberto Curi, Tiziana D’Angelo, Massimo De Santo, Pietro Del Soldà, Adolfo Fattori, Giuseppe Gaeta, Ilaria Gaspari, Antonio Gnoli, Domenico Iannacone, Matteo Nucci, Riccardo Pozzo, Alfonso Santaniello, Domenico Spinelli, Emidio Spinelli, Carlotta Vagnoli, Massimiliano Valerii, Emanuele Zingale. Quattro le sezioni dei talk: Mito e Filosofia; Cicatrici, Tatuaggi e altri segni; Solo vivendo: memoria dei corpi, immaginazione del futuro; Per uscire dalla minorità: Kant e non solo.

Sempre al “Ghirelli” si terranno tre spettacoli teatrali a cura di Rosario Diana e Rosalba Quindici (Paradiso Perduto di John Milton), Cristina Minasi e Giuseppe Carillo (Conferenza tragicheffimera) e della Compagnia Putéca Celidònia (Dall’altra parte. 2+2=?) e un laboratorio teatrale (Quando il corpo racconta) a cura dell’Associazione Ablativo, nell’ambito del Progetto Corpora di Liberimago.

Come suggerisce il titolo, volutamente autoironico, Canta con Kant si propone di far dialogare filosofia, musica pop e teatro. Denominatore comune è la dimensione narrativa tra mito e racconto. Anche la filosofia, da Parmenide in avanti, racconta. E il ricorso al mito (alla favola) non è mai meramente esornativo ma svolge una funzione filosoficamente pregnante. Persino un’opera in apparenza così impervia come la Critica della ragion pura di Kant può – e forse deve – essere letta anche come un viaggio verso i limiti estremi della ragione. Per non parlare della Fenomenologia dello spirito di Hegel, con le sue figure memorabili. E, prima di Kant e Hegel, Bruno e Vico fanno del mito (la vera narratio) parte essenziale della propria meditazione, attenta nel caso del filosofo napoletano alle origini cantate della parola. La filosofia incontra così la canzone, anch’essa un racconto, frammento di vita espresso in forma di parole e musica. Molta musica pop attinge infatti al mito (e alla filosofia): si pensi a canzoni come Song to the Syren di Tim Buckley o a Parole di burro, la riscrittura del mito di Narciso a opera di Carmen Consoli; a Ulisse, figura che attraversa il pop dai King Crimson a Lucio Dalla (ne parlerà in una lezione/spettacolo Gino Castaldo), e a Hegel, che dà il titolo a un famoso album di Lucio Battisti. Analogamente, la filosofia incontra il teatro (e i suoi “scenari”), che peraltro è stato da sempre una formidabile macchina pensante nei segni e nelle sue visioni rappresentate.

Nei giovani studenti, destinatari naturali del progetto e co-protagonisti (sia in veste di spettatori che di personale volontario con l’assegnazione di crediti formativi), l’istinto di narrare e il bisogno di raccontarsi sono sempre più pressanti. E questo è già un tema che investe il pensiero in maniera radicale. Di qui, la sezione dal titolo Cicatrici, tatuaggi e altri segni intende far luce sul non detto delle loro emozioni, desideri e paure. Nella sezione Solo vivendo. Memoria dei corpi, immaginazione del futuro ci si confronterà invece con chi le nuove tecnologie le progetta, le immagina e al tempo stesso riflette sul loro destino, sulle frontiere verso le quali la ricerca – ma anche la forma di vita umana – si sta spingendo. Ai giovani partecipanti sarà chiesto di sollecitare gli ospiti coinvolti (fra le figure più importanti della filosofia e della cultura italiane) e di animare la discussione. Discussione alla quale non si sottrarranno nemmeno gli artisti scelti per coronare, in musica, la giornata: per loro sarà predisposta un’apposita Agorà animata da Gianni Simioli. Una carezza della sera, dunque, dopo tanta filosofia. Il progetto “I giovani e la cultura musicale” tornerà nel vivo nel mese di dicembre a Napoli con le Filosofiadi. Infine, entro quest’anno, il progetto prevede la pubblicazione del bando “La Regione Campania per i giovani”, volto alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio artistico, archeologico e culturale della Campania attraverso progetti dedicati agli studenti delle scuole superiori e universitari, in una fascia complessiva di età compresa tra i 14 e i 35 anni. Le domande potranno riguardare laboratori didattici, progetti didattici e culturali, contest scolastici, produzioni audio/video afferenti alla musica, alla filosofia e a tutte le sue coniugazioni con il mondo dell’arte e della cultura. I migliori saranno “premiati” attraverso l’erogazione del budget necessario previsto per la produzione fino a un massimo di € 40.000 per progetto.