di Michelangelo Russo
Qualche settimana fa una sfilata di autorità regionali e cittadine ha magnificato il ripascimento della spiaggia di Mercatello, reclamizzata come futura rivale di Miami Beach o di Copacabana, a dir poco. Questi annunci epici hanno la tenerezza di quei sogni degli anni ’50, quando Salerno veramente sperò (ma certo più fondatamente delle sparate predette) di rivaleggiare con Montecarlo. E allora siamo andati sulla spiaggia di fronte allo stabilimento Colombo, sull’omonimo lungomare, per vedere il miracolo nascente della nuova Rimini tra l’Irno e il Picentino. Roba da non credere: la devastazione totale dell’arenile, dichiaratamente cresciuto per moltiplicare gli ombrelloni, ha la consistenza, l’aspetto e la polvere del sedime di una cava di pietrame in procinto di abbandono. Ma dove sta la sabbia? Quella riversata sulla spiaggia dilatata non è altro che brecciolina pungente che non ha mai visto le onde del mare
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