Rino Mele: io avrò precipitato - Le Cronache
Spettacolo e Cultura lettura

Rino Mele: io avrò precipitato

Rino Mele: io avrò precipitato

L’umano come insieme di homo faber e di spirito uniti da un progetto sta in questo momento abbandonando l’umano stesso: è il tempo della fine. Vi saranno un limite per difetto ed uno per eccesso di questo evento. Questa sera, alle ore 18,30 incontrando la poesia di Rino Mele, sul palcoscenico del Teatro Nuovo, sceglieremo la via dell’eccesso. L’umano abbandonato da se stesso potrebbe essere tentato – e lo è in questo nostro tempo – dal “divino”. Può discenderne un compito per noi uomini della fine: cercare in voci del passato, come quella di Dante, lo sforzo di scioglimento dall’umano, oggi tradito. Lo ha fatto Rino mele nella sua ultima opera poetica “Futuro anteriore del verbo precipitare. Dante Alighieri” (Edizioni Manni), in questo suo saltare nell’ombra le cose indicibili vengono tuttavia dette, con voce nuova, voce “spirante”, parola poetica, quindi d’Amore, dal quale si partirà stasera in un incontro coordinato da Alfonso Amendola e Pasquale De Cristofaro. Sarà lo stesso Rino Mele assieme ad un interprete d’eccezione Geppino Gentile a farci immergere in questo un poema dedicato alla poesia dantesca. Tra frammenti video, reading, racconti analitici e riflessioni critiche questo incontro vuol essere un omaggio a Rino Mele alla sua poesia, al suo lavoro intellettuale e orizzonti della sua ricerca con una riflessione sul costante dialogo tra l’opera di Dante Alighieri e il poeta e critico che, con questa densissima plaquette, plasma ancora una volta il suo dialogo con la poesia, donandoci una vertigine, quell’ “infinito eccesso” una perfetta “mescolanza” di stili e forme. o.c.