Appena 7 giorni dopo l’ordinanza di custodia cautelare per Vincenzo Andreola, il funzionario della Regione coinvolto nella vicenda di rifiuti spediti in Tunisia, lo stesso Gip di Potenza guidato da Lucio Setola, che aveva adottato l’uguale misura per altri indagati (tra cui l’imprenditore dei rifiuti) ha revocato gli arresti per il noto professionista. L’inconsueto provvedimento , per velocità della decisione, è stato adottato a seguito dell’interrogatorio di Andreola, assistito dall’avvocato Carmine Giovine di Salerno. Il Gip ha riconosciuto, dopo i chiarimenti forniti dalla difesa, il venir meno delle esigenze cautelari, viste in un primo momento tali da giustificare la grave misura. Appare quindi sconfessato il quadro accusatorio prospettato dal Pm Vincenzo Montemurro, per cui il Gip ha provveduto immediatamente alla scarcerazione dell’indagato. Ha lasciato per Andreola il solo divieto, temporaneo, di accedere al suo ufficio occupato dalla Regione Campania. Ufficio che comunque l’architetto avrebbe dovuto lasciare fra 3 anni, causa pensionamento per limiti di età. La velocità della decisione giudiziaria ha reso quindi inutile, per Andreola, il Tribunale della libertà che, per l’avvocato Carmine Giovine, è superfluo considerata l’evidenza della posizione del suo assistito, tale da convincere la difesa che il ricorso allo stesso giudice, che aveva emesso il provvedimento poco prima, sarebbe stato sicuramente vittorioso. Con Andreola sono stati scarcerati, con lo stesso provvedimento, due indagati dello stesso processo.
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