di Andrea Pellegrino
Ferragosto, politica non ti conosco. Ma magari fosse solo a Ferragosto! A Salerno, negli ultimi mesi, il clima è surreale. Di politica manco a parlarne. Per giorni e giorni, tema centrale del dibattito sono state le commissioni consiliari, la cui composizione, da giovedì, ha avuto il suo via libera definitivo. Almeno sulla carta. Perché, all’atto dell’insediamento, occorrerà verificare quanti dei malpancisti manterranno fede alla loro posizione. Ma i nomi nero su bianco sono stati scritti. Poi, naturalmente, occorrerà superare la prossima settimana per veder timidamente ripartire, o meglio partire, l’azione amministrativa e politica di un Consiglio comunale che si è insediato con più di un mese di ritardo dalle elezioni. Colpa dei conteggi e dei riconteggi, che forse per la prima volta hanno ribaltato alcune posizioni sancite durante la lunga notte – ed anche mattinata – post voto. L’unica nota diversa di un noioso avvio di consiliatura, sono stati i quattro (o forse cinque) voti ribelli della maggioranza all’atto dell’elezione del presidente del Consiglio comunale di Salerno. Tutto il resto, noia completa. Se non fosse per qualche uscita di Vincenzo De Luca, che da Napoli ci rassicura che qualche forma di vita politica esiste ancora. Anche nella sua Salerno, malgrado la sua assenza. Se non ci fosse lui il venerdì, sia al Genio Civile la mattina che su Lira Tv il pomeriggio, saremo già convinti di vivere in una città autogestita. Di Napoli, sindaco, nessuna notizia. Un po’ per il suo carattere, un po’ per l’invasione di campo di Roberto De Luca che cerca di imporsi in tutte le sedi. Silenzio totale, invece, da Palazzo Sant’Agostino, dove ogni giorno la recita del de profundis è sistematica. Pare che a breve ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale. Pare, perché ad eccezion fatta di una conferenza stampa dei Fratelli d’Italia che demandava a Gambino il compito di stilare la lista, non c’è nessuna notizia certa. Forse, dicono, c’è anche la possibilità che non si facciano proprio. Anche al Pd si riposano, in attesa della prova di forza sul referendum. Ma anche in questo caso in campo ci sarà solo Vincenzo De Luca che, così come per la raccolta firme, userà i suoi metodi per dimostrare la sua forza al premier Renzi, in cambio, naturalmente di una mano governativa per la Campania. Ovvia, l’assenza totale del centrodestra che, soprattutto a Salerno città, ha abbandonato ogni forma di lotta e di governo, aspettando un nuovo Berlusconi. Se si considera, infine, il preoccupante vuoto politico lasciato dai Cinque Stelle non resta che chiedere il ritorno di Vincenzo De Luca.