Di Olga Chieffi
Incontrarsi tra le note, sostenere il futuro della musica è il fine del concerto che si terrà questa sera, alle ore 19,30, nel battistero paleocristiano di Nocera Superiore. La famiglia di Pasquale Angrisani, grande appassionato di musica, ha inteso ricordarlo con i giovani che si affacciano a quest’arte, impossessandosi di questo sfuggente e cangiante simbolo che fa ritrovare tutti nel suo linguaggio, ma accende la sfida e il dialogo tra palco e uditorio sulla sua comunicazione e percezione. “Era de maggio”, il titolo della serata ispirato da una delle più rilucenti gemme della letteratura musicale partenopea, la canzone perfetta, attraverso cui possiamo veramente dire figlia della poesia e dei sentimenti, della storia e dei costumi di un intero popolo, è stata affidata alla Chopin Chamber Orchestra, che vedrà Simone Mingo al flauto, Giuseppe Cordella al clarinetto, Pietro Giordano, Luigi Montella, Ilaria Zarra, Angela Musco, Francesco Spagnuolo, Carmen Senatore, Mariateresa Nappo ed Emanuela Coticelli al violino, Giulio Piccolo e Carmen Armenante alla viola, Maria Petrillo e Vincenzo Santangelo al violoncello, Roberto Leone e Maylin Federico al contrabbasso, Antonio de Cola alle percussioni e Paola Petrosino al pianoforte, diretta dal Maestro Luca Gaeta, che ospiterà il soprano Anna Corvino. La prima parte della serata, vedrà l’esecuzione di una Suite di temi dalla Carmen di Georges Bizet, dall’Alfa Guitar Quartet, composto da Aniello Chierchia Vaccaro, Luigi Aversa, Alberto Ruocco e Francesco Cascone, che dovranno evocare il mondo intorno a Carmen, intorno a quel tema che si spande come sangue da una ferita che non rimargina, un mondo tutto vitalità: i soldati del primo atto e le sigaraie, i toreri e le loro marce, i contrabbandieri e i loro giochi di carte e le loro illusioni. E’ il chiasso dell’esistenza feriale, d’un’esistenza di poveri, che strappano al vivere tutto quanto possono. E questa vita dell’attimo, una vita fatta di brevi felicità, di crolli d’umore, d’estasi vagabonde, è travolta da un ritmo divorante, è pari a una fiammata che con un crepitio preso dal vento tutto illumina distruggendo. Quindi Francesco Pio Di Lieto si cimenterà al pianoforte con il valzer op.64 n°2 in Do diesis minore di Fryderyk Chopin che ripercorre la struttura a rondò con il tema d’apertura resta impresso nella memoria per la sua grande dolcezza e armonia. A seguire, ancora un pianista Giuseppe Cicalese, che eseguirà l’Improvviso op.90 D.899 n°2 in mi bemolle maggiore, di Franz Schubert, che può essere classificato come uno studio per la regolarità e la quadratura del ritmo, con la martellante sezione centrale “all’ongarese”. Si proseguirà, quindi alla consegna di due borse di studio a due giovani pianisti Vladyslav Zhuravel, giovane ucraino, trasferitosi in Italia da piccolo, pianista e apprendista cantante e Laura Manniti. La seconda parte della serata sarà interamente dedicata al concerto di Anna Corvino con la Chamber Orchestra Chopin, che verrà aperta dall’Ave Maria di Charles Gounod, che la pensò sovrapposta al Preludio n. 1 in do maggiore dal I Libro del Clavicembalo ben temperato (BWV 846) di Johann Sebastian Bach, quindi il soprano darà voce a Lauretta con la sua melopea, smancerosa oasi di commozione, parodia gaglioffa del lamento dal Gianni Schicchi, di Giacomo Puccini quindi l’orchestra eseguirà l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni un Andante sostenuto che, ha la funzione di articolare, al pari della Preghiera, costruito in due sezioni nettamente contrastanti tra loro anche per via della strumentazione: la prima sezione si basa sul quartetto degli archi, quindi la dolcissima melodia eseguita all’unisono. Riconosciamo una reale ricercatezza e profondità musicale de’ La Rondine, con “Chi il bel sogno di Doretta” che viene cantata prima dal poeta Prunier poi da Magda: il testo tratta proprio di come niente al mondo abbia importanza come l’amore (“che importa la ricchezza se al fine è rifiorita la felicità”).Si passerà, quindi alla musica da film con il love theme di nuovo Cinema paradiso di Ennio Morricone, il solo di oboe da Mission che immaginiamo affidato al flauto, con cui potrà esprimere la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che grazie alla conversione di De Niro può finalmente scorrere senza paura, con gli archi a rivelare un incastro di ritmi, solo apparentemente semplici. Ritorna la Corvino sul palco per il solo di “C’era una volta il West”, il tema di Bill, ricercatezze preziose e, naturalmente, il godimento puro di ascoltare temi che conosciamo benissimo. Finale tutto napoletano a cominciare dall’esecuzione della brillante Tarantella op.18 di Raffaele Calace, grande virtuoso del mandolino e inarrivabile liutaio, per quindi cedere il passao alla grande canzone, con Era de maggio, I’ te vurria vasà, I’ te voglio bene assaje e una romanza “Non ti scordar di me”, che aprirà la strada ai bis. Un viaggio simbolo di un filone inesauribile di fantasia e ricchezza poetica da cui nasce e di cui si nutre la creatività di un intero popolo che sa ricordare, raccontare, ascoltare e tramandare, i mille volti e dalle mille contraddizioni, diviso fra l’estrema vitalità e lo smarrimento più profondo, una città di cui la lingua è il più antico segno, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni, una identità sedimentata da sedimentata da quattro secoli di letteratura.