di Monica De Santis
Grande chiusura della sesta edizione di Frangenti – Cetara Arts festival 2022, sabato alle ore 22 presso Piazzetta Grotta, con l’esclusivo concerto del cantautore romano Riccardo Sinigallia che si esibirà in trio accompagnato da Laura Arzilli al basso e Francesco Valente alle percussioni. Il concerto è intitolato “A cuor leggero” dove non vengono presentate nuove canzoni, ma dove quelle già scritte tornano a farsi sentire e stabiliscono nuove relazioni con noi stessi e con gli altri.
Come si è avvicinato alla musica, è figlio d’arte?
“Mio padre suonava la chitarra e mi ha insegnato i primi accordi, mentre mia madre era una discografica. Stranamente ho iniziato da subito a scrivere canzoni e non ho fatto la solita trafila di cover o imitazioni di band e cantanti americani o inglesi. Ho iniziato a scrivere da subito brani in italiano. Mi piaceva e mi incuriosiva e mi sentivo attratto da quel tipo di ricerca, di scoperta”. Dopo la pubblicazione del suo album “Ciao Cuore” un documentario biografico “Backliner” che ti racconta: come è nato?
“Il titolo è tratto da una canzone dedicata a tutto il mondo delle maestranze che lavorano dietro le quinte del mondo della musica. E’ una canzone inserita nel mio album ‘Ciao Cuore’ e da questa ne è nato, appunto, questo documentario, che è stato un regalo, molto bello del fotografo Fabio Rovino, che ha fotografato nella sua carriera quasi tutti gli attori e musicisti più famosi del mondo, che ho gradito moltissimo”.
Tante le collaborazioni da produttore con Niccolò Fabi, Francesco Motta, Daniele Silvestri e tanti altri, ma si sente più produttore o artista?
“Produttore non mi ci sono mai sentito, perchè diciamo che sono collaborazioni che sono nate grazie alla mia passione per la scrittura, strumenti per la produzione ma sempre tra la scrittura e la composizione della forma canzone. Per cui la mia grande passione da sempre è il rapporto tra musica e testo. E queste collaborazioni mi hanno visto infatti, sia nella parte musicale che in quella virtuale che poi non essendoci facilmente un ruolo riconoscibile per chi lavora in questi ambienti qui, si parla di produttore, ma è un termine che non mi fa impazzire”.
Ora con la Sugar della Caselli, quali progetti oltre Ciao Cuore?
“Sto preparando alcune colonne sonore, mi piace tantissimo imparare a fare il musicista per i film, a servizio dei registi, ho già fatto una decina di colonne sonore, credo che ne farò ancora e con la Sugar questa collaborazione va avanti anche in questo senso. Poi ho in atto una serie di formazione, di ricerca musicale, di sperimentazione elettronica e non solo e poi vediamo”.
Quale è il ruolo del musicista, del cantautore in questa società?
Può far qualcosa per cambiarla? “Il ruolo del cantautore è già qualcosa secondo me di sbagliato come definizione. Nel senso che un’artista in generale dovrebbe elevarsi al di sopra di qualsiasi ruolo e avere semmai una funzione, ma non per volontà, di sorgente di approfondimento spirituale”.
Che musica ascoltava da bambino?
“Quello che passavano le radio. Fortunatamente sono cresciuto in un’epoca in cui in classifica c’erano Battisti, De Andrè, De Gregori, Bennato e poi anche brani come Grease o la Febbre del Sabato Sera, o le canzoni di Tozzi e Sorrenti, dopo ho scoperto le band inglesi e americane e poi dopo tutto il resto”
Si pente di qualche scelta fatta o di qualcosa cui non ha saputo dire di no?
“No, perchè alla fine credo di aver fatto sempre la scelta che avrei potuto fare in quel momento. Quindi non tornerei indietro. Sicuramente ho sbagliato molte cose, ma non avrebbe senso correggerle, altrimenti sarei una persona diversa da quella che sono diventata, e a me piace chi sono oggi”.
Se dovesse descrivere il punto in cui si trova la sua vita oggi, con il titolo di un film, quale sceglierebbe?
“2001, odissea nello spazio”
Sogno nel cassetto?
“Avere un cassetto”.
Ha una vena d’ironia?
“Si, mi piace la comicità ed i comici, quando sono ispirati ed intelligenti”