Come da tradizione nella solennità dell’Immacolata, dopo una lunga chiusura per il lockdown e per il restauro dei manufatti lignei attaccati dai tarli, riapre il Presepe dipinto di Mario Carotenuto. L’inaugurazione si terrà Mercoledì 8 dicembre alle ore 10, presso la Sala San Lazzaro del Duomo di Salerno, alla presenza dell’arcivescovo di Salerno – Campagna – Acerno, monsignor Andrea Bellandi. Rimasto chiuso per la pandemia, il Presepe Dipinto dell’artista Mario Carotenuto è un unicum, una delle peculiarità del centro storico salernitano. Come si ricorderà, inoltre, l’anno scorso i tarli avevano preso di mira l’allestimento presepiale. I parassiti avevano attaccato le basi delle sagome dipinte, e la Bottega San Lazzaro – che con l’artista, Peppe Natella e un gruppo di amici pensò e allestì il presepe 39 anni fa – è subito intervenuta per effettuare la disinfestazione. Quest’ultima è stata operata con il sostegno di Rotary Club Salerno a.f. 1949, Rotary Club Salerno Est e Rotaract Club Salerno. Le sagome dipinte sono state insacchettate una per una, compreso i pezzi più piccoli, per trattare tutto con il sistema delle camere a gas che uccide i tarli. LA STORIA DEL PRESEPE IN SINTESI Erano le 18.30 del 21 dicembre 1982, quando, nella sala San Lazzaro della Cattedrale di Salerno, il parroco del Duomo, don Giovanni Toriello e l’arcivescovo, mons. Gaetano Pollio, inauguravano il “Presepe Dipinto” del maestro Mario Carotenuto. Un’idea originale, quella di dipingere su sagome a grandezza naturale persone colte dalla vita reale, abitanti del centro storico, artisti, religiosi, politici, personaggi popolari, tutti ritratti dal vivo e con quel tratto distintivo dell’arte di Carotenuto. “Non abbiate paura. Continuate, questa è un’opera straordinaria, controcorrente e attuale”. E’ la dedica che Filiberto Menna lascia, tra i primi, sull’albo d’oro dei visitatori del Presepe Dipinto di Mario Carotenuto. L’allestimento di questa Natività salernitana nell’atmosfera mistica della Sala San Lazzaro, ai piedi del duomo, metteva in essere una scenografia di vita quotidiana di una Salerno che recava ancora le ferite del terremoto, i “pastori” – ovvero gli abitanti del centro storico riprodotti dal pittore, su sagome di legno, a grandezza reale – si inseriscono in una narrazione in cui il divino si mescola a cose note e familiari. Il presepe, oggi (esclusi gli animali, gli alberi e gli arredi) conta 86 figure.
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