di Red.Cro.
«Piano serio per 60% differenziata. La situazione rifiuti è un “andante moderato”. Il governatore De Luca, prende in prestito la terminologia dei tempi musicali per definire lo status quo dello smaltimento sul territorio tra roghi, problemi agli impianti, appalti per nuove strutture e distruzione delle ecoballe. «Il lavoro è pienamente in corso – aggiunge, a margine di una visita nel conservatorio San Pietro a Majella di Napoli – è un programma serio, organico, finalizzato ad arrivare a una gestione autonoma del ciclo dei rifiuti in tutta la regione». DeLuca ricorda che il nuovo piano non prevede più tre termovalorizzatori, ma spinge sulla raccolta differenziata per raggiungere l’obiettivo del 60% su base regionale. Previsti anche nuovi impianti di trattamento per la frazione umida. «Su questo tema sarà necessario sconfiggere ideologismi ed elementi di pura idiozia, perché gli impianti di compostaggio sono tra quelli più ecocompatibili dal punto di vista ambientale. Eppure il degrado culturale e l’abitudine alla demagogia fa sì che qualunque cosa si faccia dà vita a comitati per il nulla». C’è poi la questione smaltimento ecoballe accumulate in anni e anni di emergenza. Il piano di svuotamento dei siti che le ospitano procede a rilento, con un ritardo che lo stesso De Luca quantifica in dieci mesi. «Oggi tutta una serie di Paesi, dalla Romania alla Bulgaria, o Paesi del Nord Africa, non accolgono più rifiuti italiani questa situazione ha messo in difficoltà anche le aziende che dovevano portare fuori Italia i rifiuti». Compostaggio: il progetto più avanzato riguarda Pomigliano d’Arco. Entro novembre, secondo il presidente, saranno stipulati i contratti con le società che si sono aggiudicate la progettazione. «Mi auguro di poter mettere la prima pietra insieme con il sindaco di Pomigliano a gennaio 2019 – dice De Luca – la strada si apre anche per realizzare anche gli altri impianti». Più complessa la situazione che riguarda la gestione dei roghi illegali di rifiuti. «E’ un problema direttamente legato alle centinaia di fabbriche e fabbrichette che lavorano in nero, che per lo smaltimento dei residui preferiscono pagare chi va ad accendere i roghi piuttosto che smaltirli in discarica. Questo è il problema vero», puntualizza. De Luca non nasconde la difficoltà legata alle operazioni di controllo e repressione di queste attività. «Siamo in una grande contraddizione rileva – in qualche caso dovremmo chiudere decine di fabbriche abusive, e questo determinerebbe problemi occupazionali. Prima dovremmo diventare un Paese civile e poi costringere tutti alla legalità». Staremo a vedere come andrà.