di Andrea Pellegrino
Tre liste civiche, di cui una composta da esponenti del centrodestra. Vincenzo De Luca, primarie o no, ha già le idee chiare. Anzi molto di più: ha chiuso già diversi accordi in lungo ed in largo per la regione Campania. Perché, oltre all’incertezza delle primarie, De Luca si sarebbe autoimposto un nuovo diktat: quello di correre da solo se in campo ci dovesse essere Pina Picierno. Per ora però il primo cittadino di Salerno gioca su più tavoli. Il primo è quello del Pd. Ieri ha lanciato un nuovo appello: «Le primarie – dice Vincenzo De Luca – sono un’importante occasione di partecipazione democratica per un confronto sereno tra candidati e programmi sulla base di una verifica delle cose realizzate e sulla capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini ed ai problemi della regione». Ed in casa Pd giocherà le sue carte fino alla fine e a quanto pare parteciperà anche all’appuntamento di “Fonderia” (ribattezzata la “Leopolda del Sud”) che si terrà dal 26 al 28 settembre a Bagnoli, voluta dai suoi miglior nemici interni. Al secondo tavolo, invece, sarebbero seduti i civici, i suoi fedelissimi e gli scontenti di Caldoro. E questo sarebbe l’aspetto più interessante che potrebbe sconvolgere tanto i piani del Pd quanto quelli del centrodestra. Perché, oltre l’Udc che già sarebbe incluso nel progetto deluchiano, entro venerdì anche l’Ncd scioglierà la sua riserva. A quanto pare più che con il Pd, l’Ncd starebbe trattando direttamente con Vincenzo De Luca. Nel caso di una sua candidatura, il partito di Alfano non avrebbe dubbi nel sostenerlo. Quanto alle liste, oltre la collaudata “Campania Libera”, ci saranno altre due formazioni. Una dedicata prettamente ai delusi del centrodestra. Tra questi ci sarebbero Luigi Cobellis, Ernesto Sica ma anche i consiglieri comunali salernitani Anna Ferrazzano, Antonio Cammarota e Salvatore Gagliano. Ma De Luca pescherebbe anche in altre province, soprattutto ad Avellino, dove già due sarebbero stati gli incontri con Ciriaco De Mita. A quanto pare dal neo sindaco di Nusco ci sarebbe stato il disco verde a De Luca con un conseguente preciso accordo: niente simbolo Udc in Campania, garanzia per Cobellis, in cambio di un pacchetto di voti irpini. A questo punto, se dovesse andare in porto la strategia “civica” di De Luca, il problema sarebbe tutto interno al Pd salernitano. I deluchiani (che sono anche esponenti democrat) dovranno scegliere inesorabilmente con chi stare. Tradotto in nomi la lista di sindaci (Alfieri, Amabile e Russomando) dovrà decidere se stare con o contro il sindaco di Salerno. In casa De Luca, invece, le acque non sono così tranquille. A Palazzo di Città sono in tanti ad ambire ad un posto in consiglio regionale. Quasi tutti gli assessori vorrebbero candidarsi e a quanto pare la competizione tra di loro sarebbe già partita.