Rapine ai portavalori, resta in cella Domenico Cocco - Le Cronache
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Rapine ai portavalori, resta in cella Domenico Cocco

Rapine ai portavalori, resta in cella Domenico Cocco

Pina Ferro

Resta in carcere il 36enne di Scafati Domenico Cocco, arrestato insieme ad altre sedici persone con l’accusa di far parte del sodalizio criminali che metteva a segno rapine ai danni dei portavalori. Il gruppo è stato bloccato mentre preparava un colpo da 20milioni di euro in Germania. La decisione è arrivata nella giornata di ieri dai giudici del Tribunale del Riesame a cui hanno fatto ricorso alcuni degli indagati.

Per i giudici del Riesame Crocco, ristoratore scafatese considerato il leader del gruppo salernitano che si “dedicava” alle rapine ai portavalori.

Accolti i ricorsi dei legali di Giovani Dimitri 39 anni di Somma Vesuviana, Maurizio Correra 52 anni di Foggia, Giovanni Visone 48 anni di Volla. I primi due ai domiciliari ed il terzo aveva l’obbligo di dimora.

Sono stati respinti invece i ricorsi presentati dai legali delle altre sei persone recluse ai domiciliari tra cui quello di Luigi Cavallaro, 45 anni, commercialista di Scafati. Luigi Garmiele di Sarno ha invece rinunciato al riesame.

I ricorsi al riesame presentati dagli altri soggetti in carcere saranno esaminati lunedì prossimo.  

L’indagine, conclusasi  con il blitz”Last Day” lo scorso 9 ottobre, è durata circa otto mesi ed ha visto il lavoro sinergico di Procura di Nocera Inferiore, Squadra Mobile di Salerno e Foggia, il servizio centrale operativo della Polizia (Sco) e la Polizia Federale tedesca. L’indagine è partita dalla rapina posta a segno sul raccordo Salerno – Avellino, all’altezza di Fisciano, il 20 febbraio del 2017 ai danni di un furgone portavalori, in quell’occasione furono esplosi anche diversi colpi di arma da fuoco. Quella smantellata dalle forze dell’ordine era una organizzazione criminale ben strutturata dove ognuno aveva un ruolo ben preciso e dove non mancava il finanziatore: Salvatore Della Ratta detto “‘o muzzarellaro” perchè titolare di un caseificio. Capi dell’organizzazione erano Angelo Carbone, Domenico Cocco, di Scafati e Pasquale Pecorella. Basista dell’associazione criminale Ciro De Falco, guardia giurata di Pomigliano d’Arco, infiltrato nell’istituto di vigilanza Cosmopol. Poi c’era Luigi Cavallaro di Scafati che nelle intercettazioni viene identificato come “il ragioniere” in quanto aveva il compito di fornire i documenti. Il gruppo criminale era pronto al grande salto all’estero.