di Olga Chieffi
Domenica sera i nostri lettori hanno potuto godere del “dire” del “racconto”, della sapiente citazione di Gabriele Bojano. Sul palcoscenico virtuale di Le Cronache è salito una delle firme più sapide ed autorevoli del giornalismo salernitano, per una cavalcata, giocata sulla sua esperienza di uomo curioso e intraprendente, attraverso i sessanta incontri ed evocazioni di personaggi eterogenei, che nel 2020 hanno compiuto “I favolosi sessanta”, sull’affiorare insistente e sottile di ricordi mai vani, richiami di un recente passato , vivificati nell’ambito di un personalissimo microcosmo, non impervio a incursioni improvvise di splendide semidee, guida il lettore complice, attraverso gli enigmi del senso smarrito dell’ironia, i ricettacoli e le situazioni in cui è possibile goderne. I mancati, solenni festeggiamenti dei favolosi sessant’anni di Gabriele Bojano (soltanto rinviati al 10 dicembre di quest’anno, quando salirà sul palcoscenico insieme a Monica De Santis e me) hanno, però, regalato questa brillante autobiografia, trasversale, che parte dai banchi di scuola con Antonio Adiletta e Matteo Amaturo, per passare, quindi, a Davide Amendola e la sua discesa in campo per il Partito Liberale, le serate al Casinò Sociale, per poi toccare gli ambiti in cui il giornalista ha agito e di qui Carol Alt, Nunzia Schiavone, Barbara Bouchet, Simona Ventura, Francesco Baccini e il contro-festival, lo scoop sulla fiction Positano, una delle ultime apparizioni di Franco Angrisano, la gallinella Candida e Antonio Banderas, la galleria di tipi e tipe in Look&allucc, ospite dell’essenzialità della Sala di posa Camera Chiara di Armando Cerzosimo, il sogno di mettere in scena il musical “Accade nelle migliori famiglie”, Anna Falchi e il New model Today, gli “indigesti” di Magalli, al premio Charlot, Charlize Theron, al GFF, Kenneth Branagh, nato anch’egli il 10 dicembre, le lezioni di Nicola Fruscione e Giorgio Strehler, Maradona e Delio Rossi e tanti altri. Di qui la felice idea di Monica De Santis, di un’intervista per immagini che ha preso l’abbrivio, giustamente, dalla famiglia di Gabriele, ritratto con Eleonora, Fabrizio ed Anna, passando per Maurizio Pastore e i Playboy Salernitani, il popolo della notte, il pensiero a Roberto Guariglia, le famose zeppole di Vincenzo De Luca, Tonia Willburger, Carmine Giannella, Moana Pozzi. Il discorso è, quindi, scivolato sui “dimenticati”, che pur hanno fatto grande Salerno, quali Enzo Avallone “Truciolo”, primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano, agli inizi degli anni Settanta con una rappresentazione della Carmen di Bizet, ove ha condiviso il palcoscenico con Kayo Mafune del Tokyo Ballet e Margarita Trayanova dell’Opera di Stato di Sofia, ma che resta, nell’immaginario di tutti noi, come il partner di Heather Parisi a Fantastico, o i nostri attori “eduardiani” Regina Senatore e Franco Angrisano, o ancora, nell’ambito musicale, del Maestro Francesco Florio, il fondatore dell’ insegnamento del sassofono in Italia con la prima cattedra assegnata proprio al Conservatorio di Salerno, ai quali si è pensato di assegnare i varchi della Villa Comunale, che viene abitualmente attraversata per recarsi al teatro Verdi. Gabriele ha, quindi rivelato, che oltre a debuttare su di un palcoscenico, lui che lo ha visto sempre da dietro le quinte o dalla sala, porrà mano al suo infinito archivio, ricercando per i suoi lettori, quanto di più interessante e simpatico abbia scritto nel corso della sua carriera giornalistica. Quegli articoli, ritratti, interviste, situazioni, ricordi, vanno a comporre una tale memoria che potrebbe divenire un fardello, e tuttavia, non intacca in nulla la cosa che vive, che passa. Ora come i piccoli uccelli, quelle pagine di giornale, hanno bisogno di uscire, di rivelarsi nuovamente: è il momento di restituire allo scrittore Gabriele, la libertà che regala al nostro sguardo, gli dobbiamo quella leggerezza che ci ha donato in questi suoi primi favolosi sessanta, continuandolo a seguire nelle sue future avventure.