diAldo Primicerio
Lei lo fa ogni giorno alle reti televisive, per lo più conquistate dalle sue truppe. Con le sue litanie, condite nel ragù del suo simpatico romano casareccio. Il nostro Presidente del Consiglio tenta ogni minuto del giorno di istillarci la cultura “dell’orgoglio per un’Italia tornata protagonista”. Un’Italia che “anche noi cittadini dobbiamo imparare a riscoprire con sano orgoglio nazionale”. Un’Italia “tornata ad esaltare, grazie ai fondi del Pnrr, le eccellenze del made tricolore”. Un’Italia che lei afferma di “rappresentare con fermezza in Europa e nel mondo”. Un’Italia che lei ha trasformato da “malato d’Europa in una nazione che ispira fiducia e senso della leadership”. Ed a noi, va detto, piace l’idea che si vuol dare di questo Paese.. Che “torna al protagonismo da quello abituale di spettatore”. Che è “primo in Europa per risultati raggiunti”. Che “può ancora stupire e indicare la rotta”. Che “risale le classifiche e si riprende il suo spazio nel mondo”. Che “ha i conti in ordine”. Cito tra virgolette tutte le espressioni del nostro Presidente che son riuscito a raccogliere da giornali e schermi televisivi.
Complimenti a Giorgia Meloni per la grande considerazione che ha del Paese (e di sé). Ma lei, secondo Time, non è affatto tra i potenti del pianeta
Infatti l’orgoglio dell’Italia è rappresentato nel mondo da una unica, sola, iconica figura, Miuccia Prada, anima del marchio. La classifica è del Time, la prestigiosa rivista newyorkese. Che tra i “titani” non politici mette la ginnasta americana Simone Biles, il CEO di Netflix Ted Sarandos e il fondatore di Meta Mark Zuckerberg. Tra i leader politici troneggia Donald Trump, con il suo vice Vance, ed il Segretario alla Salute Robert Kennedy Jr. Un elenco che la dice lunga come siano cambiati, ed assai peggio, gli Usa ed il mondo di oggi. Per l’Europa, ai vertici di Time figurano il cancelliere tedesco Friedrich Merz, la vicepresidente spagnola della Commissione Ue Teresa Ribera e il Premier britannico Keir Starmer. Ma Time non dimentica chi lotta per i diritti e la giustizia. E tra i leader ecco Noa Argamani, ostaggio di Hamas per 245 giorni dopo il rapimento al festival Nova, e Fatou Baldeh (impegnata contro le mutilazioni genitali femminili in Gambia). Per l’arte, la cultura, la scienza e lo sport, Time disegna un mosaico di talenti: Demi Moore (protagonista di una rinascita artistica), la leggenda del tennis Serena Williams, il cantante Ed Sheeran, l’icona hip-hop Snoop Dogg. E speriamo che nel Rapporto 2026 ci sia anche Jannik Sinner, la nuova grande icona italica
E l’Italia non è, purtroppo, quella che Meloni disegna e vuol farci credere che sia
L’ultimo Rapporto, che esce ad ogni fine anno, ci sveglia dall’illusione meloniana. E ci rivela ciò che temevamo: un’Italia povera, in crisi economica, sfiduciata nella politica, senza ambizioni. E Censis nel suo 59esimo Rapporto si consente anche qualche metafora forte. Come? Alludendo ad una delle poche virtù dell’Italia di oggi, quella di aver riscoperto il rapporto di coppia, aggiungendo che al Paese, tra tante sconfitte, resta un po’ di sesso. Immagino già che vi sia comparso un sorrisetto sulle labbra ed un annuire con il capo, come per dire “lo sapevamo già”. Ma lo spieghiamo nelle conclusioni. Il Rapporto ci ricorda cose che in fondo ci aspettavamo. Che gli italiani sono abbastanza poveri. Il ceto medio è schiacciato. Il debito pubblico è immenso e l’inflazione è inquietante e a due cifre, come il Rapporto bene specifica analizzando ogni bene, dall’energia agli alimenti. Non solo. Gli italiani non hanno alcuna fiducia nella politica (e si vede, vista l’astensione) e non si interessano neanche dell’informazione politica. Sono consapevoli che l’Europa non conti più nulla, che la Cina sia il futuro e che forse la democrazia neanche lei stia tanto bene. E poi gli italiani odiano la guerra, specie se taglia quel poco di welfare che ci rimane. Neanche se, di fronte a una crisi industriale spaventosa, con un crollo delle piccole imprese che arriva al 40% negli ultimi anni, la produzione di armi e munizioni resta l’unico fattore di crescita. Capirai se a noi ce ne frega! In una cosa gli italiani sono in linea con il nostro Presidente, e forse la salva nei consensi: l’avversione alla immigrazione. Noi italiani la temiamo, non vogliamo avere troppi immigrati. Sì, lo sappiamo, abbiamo sempre meno culle (e sempre più cucce per gli animali domestici). E siamo sempre più vecchi, quasi un terzo della popolazione. Anzi vecchissimi, se si pensa che i centenari sono 24mila. Che rappresenta un problema enorme di cui la politica, ieri ed oggi, non si occupa. Come non si occupa, il governo Meloni in testa, neanche delle grandi sfide che ci attendono, quella dell’Intelligenza Artificiale e della crisi climatica. Qust’ultima, per Giorgia ed i suoi ministri, il cambiamento climatico è quasi una scocciatura. Sembra una invenzione dell’ideologia di sinistra. Crollano gli iceberg ai due Poli ed il livello del mare si alza minacciando di far scomparire meraviglie come le Maldive o le Seichelles? Tutte balle. Ed allora? Ecco che gli italiani rispondono spendendo ormai quasi nulla in giornali ed in libri, mentre aumenta la loro voglia, invece, di eventi culturali dal vivo, dagli spettacoli ai concerti. Cambiamenti nteressanti.
Per Censis, Italia negativa in tutto, tranne che nel sesso e nella coppia. Oggi però senza il “valore” di prima
Il dato però forse più curioso è dato dal piacere, in particolare sessuale. Gli italiani, ricorda il Rapporto, vivono di piccoli piaceri legati al consumo: lo sconto del Black Friday, la promozione gratis in business class in aereo che non possono permettersi, ma soprattutto si dedicano al più economico dei piaceri, quello per il quale non servono soldi: il sesso di coppia, marito e moglie, compagni, fidanzati eccetera… Secondo le sue indagini, Censis sostiene che chi fa sesso, dalla giovinezza alla maturità avanzata, lo fa regolarmente. La maggioranza almeno una volta alla settimana, il 5% tutti i giorni. Certo, le persone tendono a dire che fanno più sesso di quanto ne facciano, ma è un dato comunque interessante. Insomma siamo poveri? Rinunciamo alle cure? Siamo delusi da quello che circonda? E allora dedichiamoci un pò al piacere del corpo. Che però, secondo Censis, è un sesso diverso dal passato. Non è quello per far figli, per generare vita. Per Censis quello di oggi sembra un “sesso per il sesso”, fine a se stesso, quasi come l’abbonamento di ginnastica in palestra. Ma perché? Perché non ci resta altro. Niente politica se non quella terra-terra di oggi per razzolare indennità e, spesso, corruzione e soldi. Non ci sono utopie. Non c’è la corsa alla famiglia di una volta. Solo sconfitte e rinunce. Ed allora? Ci si stringe forte a letto, su un divano, o in auto. Ma – come scrive mirabilmente Elisabetta Ambrosi su Il Fatto – stando attenti a non far nascere figli. Perché soldi per mantenerli ce ne sono pochi. Che fine abbiamo fatto! Figli, nipoti, pronipoti: quale mondo vi lasciamo!





