di Michelangelo Russo
Abbiamo già parlato nei primi due articoli della richiesta di archiviazione fatta dal P.M. per la lottizzazione Spineta di Via Budetti. Circa 350 appartamenti autorizzati da un pateracchio amministrativo del Comune raro a vedersi.
Per colmo, ci si è messo il Consulente del P.M. che ha detto che tutto era a posto, e che tutta la zona delle antiche fabbriche a bordo riva del fiume Picentino non rientrava nelle aree protette paesaggisticamente, e quindi non necessitava dell’autorizzazione della Sovrintendenza. Tant’è, aggiunge, che c’è il parere positivo della Sovrintendenza espresso il 28 agosto 2020, intervenuta dopo l’abbattimento della ciminiera già dalla primavera 2020 per dire che ogni permesso di costruire nella zona necessita del parere preventivo, e comunque giù le mani da 3000 metri di antichi capannoni. In due parole il Consulente del P.M. dice che il parere non ci vuole (e sbaglia vistosamente, diciamo anche noi) e nello stesso tempo dice che ci vuole, tant’è che è arrivata, tardi, la Sovrintendenza a dire la sua.
Senza dimenticarci che la Spineta era solo una delle lottizzazioni della zona. Ce ne sono altre due, per le quali nel 2012, all’inizio del lungo iter di distruzione della memoria di archeologia industriale di Pontecagnano, la Sovrintendenza stessa aveva detto che non si trattava di aree protette, leggendo male incredibilmente la legge Galasso del 1985. E così le altre due lottizzazioni sono state edificate senza l’intervento della Sovrintendenza, che poi è intervenuta ad agosto 2020. Ma la zona è la stessa, a bordo fiume. Ora, gentili lettori, se vi è stata l’edificazione senza il parere della Sovrintendenza, tutto ciò che è stato costruito ha realizzato un reato paesaggistico ai sensi del D.lgs n°42 del 2004 art. 181. Che è un reato di pericolo, e non è suscettibile di sanatoria edilizia qualsivoglia. Così dice la Cassazione. E adesso come la mettiamo, visto che i lavori in zona proseguono alacremente?
Va subito, da parte dell’accusa, valutata l’indilazionabile opportunità di revocare la richiesta di archiviazione, oppure, se è intervenuta, chiedere al G.I.P la riapertura delle indagini.
Non abbiamo dubbi sulla sensibilità dei massimi dirigenti della Pubblica Accusa a Salerno sull’importanza della tutela del paesaggio e della storia di questa terra.
Vogliamo sentire a verbale, per iscritto, Federico Marra, che è uno degli ambientalisti che hanno fatto gli esposti su questa vicenda che ha l’impatto ambientale di 700 appartamenti. Fatevi il calcolo di quanti soldi sono in ballo! Ma questo è solo un aspetto! Sentite il resto. L’approvazione del P.U.A della lottizzazione Spineta avviene con delibera conclusiva n° 186/2017, confermativa di quella propedeutica 127/2017. Nella sua relazione alla Giunta datata 31 gennaio 2017, il tecnico comunale istruttore fa presente al punto 2.1 dell’elenco delle carenze documentali segnalate al costruttore Spineta perché provveda, poiché, come dice il tecnico comunale, manca l’autorizzazione paesaggistica. Dunque il Comune sa bene che l’autorizzazione ci vuole! Il costruttore risponde allegando i documenti richiesti, ma non accenna minimamente al punto 2.1 della richiesta del parere paesaggistico. Il tecnico comunale, nella relazione finale, dice che il costruttore ha provveduto poi a colmare punto per punto le carenze. Ed elenca tutti i punti, ma sventuratamente dimentica proprio il punto più importante, il 2.1, il paesaggistico. La Giunta non dà atto di questa pura evidente carenza, ma dà atto che durante la procedura sono stati acquisiti i seguenti pareri endoprocedurali: parere favorevole Autorità di bacino, ASL, Regione Campania, Genio Civile, e (cosa strana) la “comunicazione” dell’Autorità Competente (praticamente l’Ufficio Lavori Pubblici del Comune) in materia di VAS (valutazione ambientale strategica) del 12/9/2016 evidenziante la conclusione dell’istruttoria in materia di VAS, precisamente che il parere VAS si darà dopo l’adozione del P.U.A. Così la delibera della Giunta di Ernesto Sica dice che è tutto a posto e fa passare come parere endoprocedurale una semplice e insignificante comunicazione di fine istruttoria anziché acquisire il parere finale VAS. Che è un parere serio e complesso, non sono le due rigucce di comunicazione inutili. Bene. Si direbbe che è tutto a posto. Macché, passano i mesi e il Comune non firma la convenzione. Il costruttore lo cita davanti al TAR, e nella prossima puntata ne leggeremo di belle. Perché il Comune, davanti al TAR, dice alla Spineta s.r.l che l’iter non è completo. Che ci vuole il parere VAS, che non c’è, e che adesso non si può dare perché il PUA è già stato adottato. Insomma, alla prossima!