Da Le Cronache oggi in edicola
SCAFATI. Il polverificio borbonico nel grande progetto Pompei. Ieri mattina, il soprintendente pompeiano Massimo Osanna ha manifestato l’intenzione di utilizzare l’imponente struttura scafatese, a pochi metri dal confine con Pompei, nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’area archeologica tra le più note al mondo. L’annuncio è arrivato in uno degli incontri a Paestum, alla Borsa internazionale del turismo archeologico. E a complimentarsi per l’idea l’ex soprintendente di Salerno e attuale per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l’area archeologica di Roma, l’architetto Francesco Prosperetti che, durante il suo mandato salernitano, voleva un riutilizzo del polverificio in tal senso. A questo punto, dopo l’utilizzo come deposito attivo della caserma borbonica di Nocera Inferiore -già passata sotto il controllo della Soprintendenza pompeiana, pur essendo in altra provincia-, per il recupero, la custodia e l’esposizione di reperti archeologici della Campania, il grande progetto per la salvaguardia e il rilancio di Pompei utilizzerà altri edifici storici per l’esposizione di reperti archeologici. Un’altra struttura espositiva troverà spazio nella stessa Pompei. “Probabilmente sarà necessario coinvolgere altre dimore storiche per il completo rilancio di Pompei –ha affermato Antonio Pecoraro, presidente di Archeomed- la mole di reperti e le necessità espositive sono tali che occorreranno diversi altri spazi. La “nuova” Pompei sarà l’occasione di rilancio non solo per la città degli scavi ma per l’intero comprensorio a sud del Vesuvio e quindi della Regione che ha in questa area un parte importante della sua economia. Ed è encomiabile l’idea di utilizzare edifici storici pubblici di grande valore, salvandoli, così, dall’incuria e dall’inutilizzo “. Per comprendere la portata dell’intervento in atto, la previsione solo per la caserma “Tofano” di Nocera è di 20mila studiosi l’anno, senza contare i turisti che saranno dieci volte tanto. Un numero alto che consentirà a Nocera e altri città di avere un futuro economico nella turismo e a Pompei, epicentro dell’intera azione, di allungare (anche due-tre giorni in media) la permanenza in zona, favorendo ritorni e nuovi arrivi di visitatori. “Finalmente si capisce che anche con la cultura si mangia” ha affermato il soprintendente Prosperetti.