Politiche 2022, Malandrino (FI): «Rimango fedele ai miei ideali. Non lascio il partito» - Le Cronache
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Politiche 2022, Malandrino (FI): «Rimango fedele ai miei ideali. Non lascio il partito»

Politiche 2022, Malandrino (FI): «Rimango fedele ai miei ideali. Non lascio il partito»

di Arturo Calabrese

Tra i partiti che maggiormente stanno avendo ripercussioni per le prossime elezioni politiche vi è Forza Italia. La realtà creata da Silvio Berlusconi, che tanto ha influito sulle vicende italiane dal 1994 ad oggi, sta perdendo pezzi importanti. Chi rimane fermo al suo posto, convinto delle idee e delle ideologie, è Emilio Malandrino, responsabile cittadino di Forza Italia per Agropoli.

Dottor Malandrino, Lei rimane con Forza Italia?

“Certo. Ho abbracciato il progetto fin dal primo momento e fin da subito ho creduto in ciò che erano gli obiettivi del presidente Berlusconi, molti dei quali raggiunti. Oggi la situazione sicuramente non è delle migliori perché vedere elementi forti del partito andare fa male. Fa male perché è come lasciare compagni di viaggio coi quali tanto è stato fatto e creato. A loro non dico nulla, ma solo un augurio di trovare ciò che in Forza Italia non trovavano. Spiace per questa scelta, ma abbandonare una nave in difficoltà è facile, più difficile è rimanere a bordo nonostante la tempesta in corso”

Nel 2018, Lei era responsabile della campagna del centrodestra nel collegio cilentano, l’unico in cui la coalizione ha vinto nell’uninominale. A settembre quale sarà la situazione?

“Impossibile dirlo, ma possiamo fare delle previsioni. Chi ha governato negli ultimi anni ha fallito: Partito Democratico e Movimento 5 Stelle in primis hanno fallito su molti punti e il popolo se n’è accorto. Forza Italia scenderà in campo con una coalizione di centrodestra insieme agli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia. Noi rappresentiamo l’anima moderata e liberale della squadra che si presenterà agli elettori, ma insieme possiamo davvero creare quell’alternativa di cui l’Italia ed i territori hanno bisogno. La tornata elettorale di settembre sarà quella in cui finalmente il presidente del consiglio sarà espresso dalla volontà di chi andrà a votare. L’ultimo è stato proprio il nostro Berlusconi e da allora abbiamo avuto solo rappresentanti non espressione del popolo: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni Conte uno, Conte bis ed ora Draghi. C’è necessità di vedere un premier che sia voluto da chi vota e non più dai soliti tristi, triti e ritriti giochi di palazzo. Abbiamo la possibilità di incidere e so che faremo un ottimo risultato”.

Possiamo già dire dei nomi per quanto riguarda le candidature?

“Ovviamente i nomi girano ed è inutile ripeterli. Come per le recenti amministrative agropolesi, dissi che i nomi sarebbero dovuti uscire da un tavolo di concertazione a cui si sarebbero sedute tutte le forze interessate al progetto. Il Cilento ha nomi validissimi sia tra amministratori che ex amministratori e quindi non si faticherà a trovare un nome. Ribadisco la mia fedeltà al partito e di conseguenza alla coalizione. Chiunque sia il candidato, io e la mia squadra lo appoggeremo senza se e senza ma. Si tratta di vincere un’altra sfida e mai come stavolta abbiamo la possibilità di farlo con poche difficoltà. Auspico che i nomi siano condivisi da tutti gli attori coinvolti perché solo così avremo un esponente unitario e non divisivo. Possiamo convergere tutti insieme su una scelta forte”.

Nel Cilento qual è la situazione?

“Viviamo da oltre quindici lo strapotere del Partito Democratico e di alcuni suoi esponenti che credono di poter gestire la cosa pubblica come una cosa privata. Quattro anni fa, il candidato della sinistra è stato sonoramente sconfitto dal candidato della destra. Un qualcosa che pare si sia legato al dito e le teste che sono cadute ad Agropoli negli ultimi mesi è il simbolo di ciò. Anche su questo il popolo è stanco e lo abbiamo visto il 12 giugno ad Agropoli. C’è stata la vittoria del centrosinistra, è vero, ma ci sono forti dubbi non espressi da me su cui si dovrà far luce.

 Cosa vuol dire?

“Il 26 ottobre si esprimerà il Tar dopo il ricorso presentato dal consigliere di minoranza Raffaele Pesce e con lui Massimo La Porta ed Elvira Serra. Ci sono dei precedenti molto importanti e credo proprio che il risultato elettorale possa essere in forte dubbio. È accaduto a Latina, dove si dovrà votare nuovamente nella maggior parte delle sezioni. Ad Agropoli la commissione elettorale ha evidenziato gravi incongruenze dagli scrutini ed è doveroso che ci siano giudici esterni che dicano la loro. Può rivelarsi un nulla di fatto, ma può anche accadere di tutto dal semplice riconteggio dei voti, e quindi piccoli cambi in consiglio comunale, all’annullamento delle elezioni. Lo scopriremo solo vivendo”,

Le elezioni di settembre possono essere un banco di prova per questo strapotere di cui parla?

“Sicuramente. È da Salerno al Cilento, sappiamo chi sono i nomi che contano o che dovrebbero contare. Saranno tutti in campo e lì noi dovremo fare la nostra parte cercando di fermare questo andazzo. In parte ci sono e ci siamo riusciti alle elezioni politiche del 2018 e da allora c’è stato un ridimensionamento ma non è stato abbastanza. Oggi, abbiamo la possibilità di incidere e lo faremo con l’appoggio dell’elettorato”.