di Enzo Sica
SALERNO – Ventotto anni fa, nella stagione calcistica 1994 – 1995, allenatore Delio Rossi in panchina, la Salernitana sfiora la grande impresa della promozione in serie A. Perse di stretta misura (2 a 1) allo stadio «Azzurri d’Italia» di Bergamo e dovette, purtroppo, abbandonare quel grande obiettivo. Al centro dell’attacco di quella squadra c’era Giovanni Pisano, un siciliano di nascita ma si può dire tranquillamente salernitano d’adozione per il suo grande amore che ha sempre avuto, da allora, per la nostra città. Infatti nei suoi cinque anni di militanza nella squadra granata è stato uno dei perni principali di tutte quelle formazioni nelle quali è stato impiegato ma con un solo cruccio: quello di non aver raggiunto mai la massima serie con questa maglia. Ben 122 presenze e 60 gol la dicono lunga sul curriculum in maglia granata di questo ex calciatore che, ancora oggi, a distanza di tempo rimpiange ancora e proprio quella gara contro i bergamaschi che avrebbe potuto dargli la massima serie in quella lontana stagione calcistica. «Acqua passata, è vero, ma i rimpianti restano perchè quella nostra squadra era davvero forte ma purtroppo avevamo perso qualche punto in casa che non ci permisero di andare a Bergamo e magari giocare anche per qualche altro risultato. Solo la vittoria e loro furono favoriti da due episodi che ci condannarono ad una immeritata sconfitta che non fu neppure addolcita dal gol di Pietruzzo Strada che ci fece sperare fino al termine della gara. Un vero peccato» Ed ora a distanza di tanti anni lunedì sera Atalanta e Salernitana si ritrovano per una gara che è importante ancora una volta solo per la Salernitana che sta lottando per salvarsi. Ecco come vedi questa gara, Giovanni? «Difficile ma non impossibile. Mi spiego. La squadra soprattutto dopo le tre vittorie di seguito dell’ultima settimana ha acquisito autostima e soprattutto crede in questa grande impresa. Vincere non è mai facile in serie A ma si vede che non vogliono assolutamente mollare» E’ con un tecnico come Nicola in panchina è difficile perdere anche la concentrazione. E’ vero? «Certamente. Sono stato con Davide a Genova qualche anno fa e devo dire che il suo lavoro è davvero eccezionale. E’ un grande motivatore, un guerriero che trascina la squadra anche verso traguardi impossibili. E quello dove sta cercando di andare questa Salernitana è uno di quelli» Anche con l’arrivo di tanti nuovi calciatori questa squadra ha cambiato fisionomia nel mercato di gennaio. Dunque ha visto bene il direttore sportivo Sabatini? «Penso che questa Salernitana si stia risollevando con questi nuovi innesti. Sabatini ha fatto bene e qualche critica su qualche calciatore non ancora pronto era inappropriata. E’ un grande uomo di calcio ed il presidente Iervolino, che spero di conoscere presto per fargli i complimenti per questo suo arrivo in una grande piazza come Salerno che aveva bisogno di un grande personaggio come lui per rilanciarsi alla grande» Pisano, sarà determinante il pubblico in queste ultime giornate di campionato per raggiungere la salvezza? «Guarda per me il pubblico di Salerno, questa tifoseria è tra le prime in Italia. E lo dico perchè lo stanno dimostrando in ogni stadio d’Italia. Seguono in tanti la squadra granata, si fanno sentire con il loro calore. E non è cosa di poco conto.. Dunque bisogna sfruttare ora sia la partita di lunedì sera a Bergamo che le due successive contro Venezia e Cagliari in un Arechi che dovrà essere una bolgia. Devono essere tutte partite da ultima spiaggia, come si dice solitamente e i calciatori sul terreno di gioco devono capire che non sono soli. Avere coraggio e forza sarà determinante Poi si tireranno le somme ma io, ripeto, sono fiducioso che alla fine si raggiungerà la tanto auspicata salvezza» Senti Giovanni c’è qualche calciatore di questa Salernitana che somiglia a te, al bomber che abbiamo conosciuto nei suoi anni in maglia granata? Si ferma un attimo poi dice. «Il calcio attuale è diverso dal nostro, da quando giocavo io. Gli attaccanti sono cambiati, lavorano di più, attaccano gli spazi a che se il tutto è finalizzato al gol. Guarda Bonazzoli è bravo e penso che un pochino si avvicina al mio modo di giocare. Permettimi di dire, però, che Djuric è un calciatore determinante in questa Salernitana che sta correndo verso la tanta sospirata salvezza»