di Erika Noschese
«L’autonomia differenziata non farà altro che aumentare il divario tra nord e sud». Parla così Franco Picarone, presidente della Commissione Bilancio a Palazzo Santa Lucia che contesta duramente il disegno di legge approvato in Consiglio dei Ministri, soprattutto in termini di istruzione e sanità. Per Picarone è stata l’occasione per ribadire il pieno sostegno al presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria nazionale del Pd, con un velato attacco alla sfidante Elly Schlein che nei giorni scorsi ha denunciato presunte irregolarità durante i congressi cittadini, chiedendone l’annullamento. «Ci vuole rigore ma a Salerno tutto si è svolto in assoluta trasparenza», ha assicurato il consigliere regionale eletto in quota Pd.
Autonomia differenziata, braccio di ferro tra la Regione Campania e il governo nazionale. Qual è la sua posizione?
«I profili di preoccupazione sono molti, innanzitutto nella procedura perché si è visto che i cosiddetti Lep, i livelli essenziali di prestazione, vengono definiti con un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri e questo impedisce di poterli impugnare dinanzi la Corte Costituzionale o il Tar; poi i Lep devono essere definiti prima che vengano trasferiti le funzioni e non sono garantiti perché definirli significa quantificare il livello di prestazione ma non c’è garanzia. È come una finanziaria di fine anno: si decidono le priorità come rimborsare il costo delle bollette ma poi non c’è nulla; definire non è garantire, sono due cose differenti. In ogni caso c’è una preoccupazione perché i divari tra nord e sud sono molto allargati: andando ad osservare la spesa pubblica avanzata, una spesa della pubblica amministrazione nei confronti dei territori, la Campania è ultima in classifica con 12mila euro pro capite mentre la media nazionale è intorno ai 16mila; questo significa che tutta la spesa per cassa integrazione, politiche sociali, istruzioni già è in direzione di altri territori nel centro nord. Tra le cose più preoccupanti sicuramente sanità e pubblica istruzione sono state chieste da queste regioni per cui ci sono incremento di reddito, con l’extra gettito è possibile finanziare la scuola con più risorse e questo vale anche per la sanità. È una differenza sostanziale con il Mezzogiorno».
Tanti sono gli ospedali della provincia di Salerno a rischio chiusura o in forte difficoltà…
«Le scuole di specializzazione sono finanziate dalle Regioni e alcune sono già più ricche, considerato poi il contratto integrativo territoriale per gli insegnanti si rischia di depauperare scuola e sanità nel Mezzogiorno, favorendo un esodo di massa e non possiamo accettarlo. È molto pericolosa e non si è capita la portata di questa autonomia differenziata che viene un po’ taroccata perché parlano di efficienza ma i conti pubblici territoriali dimostrano che il Mezzogiorno è fortemente penalizzato; da questa vicenda viene fuori che viene cristallizzato uno stato di fatto di partenza iniquo e in futuro si gettano le basi per incrementare ulteriormente il divario e questo resta pericoloso. C’è poi un’altra preoccupazione: il Parlamento è chiamato a ratificare l’accordo, non a discuterlo e una volta chiusi gli accordi non può essere cambiato questo accordo senza consenso tra le due parti e in buona sostanza significa che non si può tornare indietro. Il parlamento non ha la possibilità di modificare questi accordi e questo mina l’integrità del Paese; quella della Regione Campania è una proposta che mira a devolvere materie che consentano di semplificare le procedure ma senza toccare la sanità, l’istruzione ma andando su alcuni aspetti come i pareri delle Soprintendenze o opere di interesse regionale rispetto a quelle di interesse nazionali semplificando le procedure. In sostanza, sarebbe una sfida dell’efficienza. Noi abbiamo lottato sette anni solo per avere un riequilibrio neppure completo dei fondi per la sanità attraverso criteri più equi di ripartizione e possiamo solo immaginare cosa bolle in pentola, questo è un momento di difficoltà economica del Paese e c’è un assalto alle risorse pubbliche per poi abbandonare il Mezzogiorno alla sua deriva, con tutti i suoi problemi. Questa definizione dei Lep deve essere fatta attraverso l’ufficio parlamentare di bilancio che fa dei conti precisi ma anziché riferirsi a strutture pubbliche è stato messo in piedi un comitato di esperti messo in piedi dal ministero. Nessuno dice però che a noi preoccupa tanto sul piano politico l’atteggiamento di Fratelli d’Italia che dovrebbe tutelare l’unità nazionale ma in realtà ha preso molti voti nel nord, rubandoli alla Lega e in questo momento è in difficoltà. Ciò preoccupa proprio per le conseguenze che potrebbe avere il Mezzogiorno; viviamo in una fase in cui le forze politiche inseguono il consenso piuttosto che i propri principi e questo potrebbe penalizzare fortemente il sud. Fratelli d’Italia vorrebbe essere un partito nazionalista ma con questo disegno di legge approvato in Consiglio dei Ministri non tratteggia questo».
Congresso nazionale del Pd, da dove ricominciare?
«La notizia positiva è che Bonaccini abbia sposato per intero una linea politica contraria a questa autonomia differenziata, sposando la linea del presidente De Luca e questo è sicuramente uno dei motivi che hanno permesso la realizzazione di questo accordo politico. Bonaccini è una persona di grande spessore politico amministrativo che ci garantisce rispetto per un partito che si dirige verso avventure poco decifrabile. Siamo contenti di questa scelta e speriamo possa portare dei buoni frutti. Il Pd, in questo momento, esce da una situazione non semplice anche se le elezioni lo hanno consegnato il secondo partito del Paese ma deve trovare la sua centralità nello schieramento progressista, baricentro di questo schieramento. Il Pd deve essere capace di parlare alle fasce deboli, a coloro che sono indietro ma, allo stesso tempo, deve saper parlare alla parte più viva e dinamica della società come professionisti, imprenditori, la parte più attiva in grado di creare lavoro. Recuperando sul piano dei diritti deve essere capace di lavorare a tutto campo e in questo senso essere attrattivo rispetto a forze che sono alla sua destra o la sua sinistra senza prendere una direzione o l’altra che sarebbe sbagliata rispetto alla funzione che deve avere un partito di creare una coalizione in grado di vincere le elezioni. La sfida è ripartire da questo».
Congressi cittadini e caos tesseramento, pensa possano esserci state irregolarità?
«Se ci sono state irregolarità è giusto possano essere sanzionate perché bisogna partire dalla regolarità assoluta delle operazioni congressuali e credo che a Salerno tutto si sia svolto in piena trasparenza e nel rispetto delle regole; se in altri luoghi ci sono state cose sanzionabili è giusto agire con rigore ma credo si tratti di schermaglie congressuali mirate a scalfire la preferenza di Bonaccini sul nostro territorio».
Qatargate, arrestato Cozzolino. Cosa ne pensa?
«Io sono fiducioso, la magistratura farà il suo lavoro con tutte le garanzie per chi è sotto accusa. Spero che Cozzolino possa dimostrare presto la sua estraneità ai fatti».