di Monica De Santis
Sono 954 le persone ucraine giunte nel salernitano, di queste 460 a Salerno città. A comunicare i dati è stato il dottor Arcangelo Saggese Tozzi, referente dell’Asl di Salerno per l’emergenza covid e profughi. Saggese ha anche comunicato che l’Asl di Salerno ha predisposto un piano straordinario per garantire l’assistenza sanitaria ai profughi in fuga dalla guerra, dove potranno effettuare l’Stp, il tampone ed il vaccino… “L’asl di Salerno ha messo a disposizione le strutture già funzionanti abitualmente, sia per i tamponi, sia per i vaccini e sia per le iscrizioni nel sistema di assistenza sanitaria temporanea. Quindi in ogni distretto, ed a Salerno con una struttura dedicata a Capitolo San Matteo ed una a piazza Amendola effettuiamo alle persone che stanno arrivando alla spicciolata prima l’iscrizione, poi il tampone e poi ancora le vaccinazioni, da quella per il covid alle altre obbligatorie in Italia”. Ad oggi di tutti i profughi giunti in Italia solo una decina sono risultati positivi al covid, segno questo che fortunatamente non vi è nessun rischio di focolai all’interno della comunità “Molti di loro si sono già recati presso i centri vaccinali e si stanno vaccinando, – ha spiegato Arcangelo Saggese Tozzi – ad Angri abbiamo attivato una struttura che contestualmente fa l’iscrizione, il tampone e la vaccinazione. A 30 persone abbiamo fatto tutto contemporaneamente”. Sul fronte covid il nuovo invito del dottor Saggese a non abbassare la guardia. Negli ultimi giorni infatti il referente dell’Asl conferma un aumento dei contagi, ma spiega che questo non è una conseguenza dell’arrivo dei profughi “E’ importantissimo continuare a rispettare le regole. Dobbiamo prendere atto che negli ultimi giorni, e non è correlato con l’arrivo degli stranieri, c’è un incremento della positività. Siamo passati dal 10-12% al 17%. Questo ci dice, lo ribadisco, che dobbiamo continuare a rispettare le regole, a mantenere l’uso della mascherina ed il distanziamento. Ma soprattutto – aggiunge Saggese – insistere sulla vaccinazione nella fascia pediatrica, quella dove al momento si sono registrati il minor numero di vaccini fatti. Perchè non dobbiamo dimenticare che cluster più importanti sono quelli in cui c’è aggregazione comunitaria, ovvero nelle scuole, nelle palestre, nelle famiglie. Stare insieme 15/20 persone senza rispettare regole e procedure è un rischio. Perchè nonostante si è vaccinati il virus, anche grazie alle mutazioni che si stanno avendo continui a circolare e colpisca anche chi ha le tre dosi. Il lato positivo è che non abbiamo una pressione forte sugli ospedali ma se i numeri aumentano rischiamo. È fondamentale, quindi, fare un ultimo sforzo per la vaccinazioni. Noi stiamo notando una certa flessione e, invece, è importantissimo completare il ciclo vaccinale per aumentare la capacità di protezione della popolazione. La somministrazione della quarta dose di vaccino al momento resta solo per i soggetti fragili, ovvero quelle con un sistema immunitario compromesso, ma in base all’evoluzione della diffusione del virus, nei prossimi mesi si potrebbe anche decidere di estendere la quarta dose per tutti. Diciamo che tra ottobre e novembre ci dovremmo aspettare o le quarte dosi o un nuovo vaccino, innovativo per tutti, perchè sicuramente con l’inverno il virus tornerà a circolare. Pertanto dobbiamo essere pronti ed agire per tempo, onde evitare di ritrovarci in una situazione simile a quella dello scorso inverno”.