Petrucci e l’Acse: “Non fu Aliberti a farmi nominare, chiesi aiuto a tutti, anche a Longobardi” - Le Cronache
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Petrucci e l’Acse: “Non fu Aliberti a farmi nominare, chiesi aiuto a tutti, anche a Longobardi”

Petrucci e l’Acse: “Non fu Aliberti a farmi nominare, chiesi aiuto a tutti, anche a Longobardi”

“Dietro la mia nomina a vice presidente dell’Acse Aliberti non c’entra, l’allora sindaco spingeva per altri.
Devo dire che su quella nomina ci fu il parere di Longobardi a cui avevo chiesto aiuto.
A lui come ad altri”. E’ quanto dichiarato ieri in aula a Nocera Inferiore da Ciro Petrucci imputato nel processo sul voto di scambio a Scafati (insieme all’ex sindaco e altri tra politici e staffisti) davanti al collegio dei giudici presieduto da Raffaele Donnarumma. Ciro Petrucci elogiato Andrea Ridosso (anche lui imputato) “Una persona perbene” e non ha smentito la sua conoscenza con il fratello Luigi Ridosso. “Nonostante avesse un cognome pesante quando ci siamo frequentati. per quanto io ne sappia. non mi pare avesse avuto condanne o gravi problemi con legge e giustizia” . Quindi. su richiesta del pubblico ministero della Dda Rocco Alfano entra nel cuore della vicenda ovvero la sua nomina a vice presidente dell’Acse e a un appalto per le pulizie che doveva essere affidato tramite la partecipata alla società di riferimento dei Ridosso e Alfonso Loreto (Italia Service).
L’appalto (600 euro mensili) non sarebbe andato in porto perché la società in questione non era munita di Durc.
“Parliamo di un lavoro di poche centinaia di euro al mese che nessun altra ditta voleva espletare, aggiunge Petrucci.
Ad ogni modo in Consiglio di Amministrazione noi tre consiglieri decidemmo per la società di Ridosso anche perché fummo consigliati da Longobardi che dell’Acse sapeva tutto.
Per quanto riguarda la partecipata e il ruolo che serviva come dirigente sapevo che c’era una nomina da fare e io mi attivai affinchè potessi diventare vice presidente perché lo ritenevo un incarico di prestigio, nonostante il mio lavoro fosse un altro. Andai a chiedere un po’ tutti di darmi una mano (compreso Longobardi) e ricordo che proprio Pasquale Aliberti propose altre persone ma alla fine, non per interferenza dell’allora sindaco, riuscii ad ottenere quando sperato” ha detto Petrucci nelle sue circa due ore di esame e contro esame davanti al collegio di giudici nocerini.
Udienza aggiornata al prossimo 26 aprile con i testi di Aliberti Marra, Pignataro e Berritto.