L’epidemia di peste suina partita che pare essere partita dal Vallo di Diano sta mettendo a serio rischio alcuni particolari allevamenti di specie suine rare. «L’allarme anche in Campania per la Peste suina africana rischia di mettere in pericolo la sopravvivenza dell’antica razza suina Casertana e mette in luce la necessità di avviare azioni concrete per aiuti a favore di tutte le nostre razze autoctone». Così il professore Vincenzo Peretti del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in vista dell’incontro in programma oggi, su iniziativa dell’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, per l’adozione di misure urgenti finalizzate alla salvaguardia genetica del suino di razza casertana.
L’assessore, nei giorni scorsi, ha annunciato che «partiranno da subito i ristori per le aziende suinicole che si trovano nelle aree infette che macelleranno i suini per autoconsumo; accantonate anche le risorse per le aziende commerciali». «Dal progetto SavePeb ‘Salvaguardia dell’ambiente e valorizzazione economica della Pecora Bagnolese’ parte una richiesta d’aiuto in favore di tutte le razze della Campania. Un allarme che si unisce a quello per la presenza di Peste suina africana – spiega il professor Peretti, ampliando il discorso sulla tutela complessiva delle diverse razze autoctone – il progetto SavePeb nasce per favorire lo sviluppo economico degli allevamenti di Pecora Bagnolese e dei caseifici che trasformano il loro latte. Da un incontro ospitato nella sede del Gal ‘I sentieri del Buon Vivere’ a Colliano, nel Salernitano, è emerso – evidenzia l’esperto – che nel settore zootecnico è in corso una repentina perdita di biodiversità dovuta alla progressiva sostituzione delle razze locali con razze cosmopolite, più produttive e adatte ad un allevamento industriale». Una situazione che si riflette anche nella questione della Peste suina africana che sta mettendo a rischio d’estinzione la razza suina Casertana e i grandi sacrifici fatti negli anni dagli eroici allevatori della razza.
La peste suina, oggi individuata nei cinghiali, secondo l’esperto presto potrebbe passare ai suini. «Confido – afferma Peretti – nella volontà dell’assessore Caputo e registro positivamente l’annuncio di ‘ristori’ per gli allevatori. Una misura necessaria a sostenere le spese per recinzioni e altri accorgimenti sanitari e le eventuali perdite degli animali. Da non trascurare il campo genetico di conservazione della razza Casertana: occorre portare avanti, con l’Associazione Allevatori Campania Molise, un progetto di crioconservazione di seme, ovociti ed embrioni. Insieme con le razze locali – aggiunge il luminare – stiamo perdendo varianti geniche uniche per l’adattamento e la qualità dei prodotti. Alcune delle ultime scelte di indirizzo regionale in materia di biodiversità animale potrebbero rallentare il grande lavoro fatto in questi anni. Abbiamo bisogno sempre di più di disegnare la zootecnia del domani. Possiamo farlo attraverso il modello estensivo che, conservando la biodiversità, produce alimenti di qualità a costi contenuti allo scopo di soddisfare le richieste della popolazione in crescita».