Pensioni, sempre più critica la situazione del Mezzogiorno - Le Cronache
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Pensioni, sempre più critica la situazione del Mezzogiorno

Pensioni, sempre più critica la situazione del Mezzogiorno

Si torna a parlare di pensioni e soprattutto di sistema previdenziale. Si torna a fare i calcoli, per capire il presente ma soprattutto per provare ad anticipare il futuro. E i numeri del nostro Paese sono tutt’altro che rosei. A livello nazionale, infatti, il rapporto è di 1 pensionato per 1 lavoratore, ma nel Meridione il sorpasso è già avvenuto: ci sono più pensionati che lavoratori.

A dirlo è stato lo studio di fine 2023 condotto dalla CGIA di Mestre, che parla di 7 milioni e 200 mila pensioni erogate contro 6 milioni e 100 mila lavoratori. Un risultato a dir poco preoccupante, che trova le sue cause in tre fenomeni: innanzitutto la denatalità, poi l’invecchiamento della popolazione e, infine, la presenza di lavoratori irregolari. “La combinazione di questi fattori sta riducendo progressivamente il numero dei contribuenti attivi – si legge nella relazione a cura dell’Ufficio Studi CGIA – e, conseguentemente, ingrossando la fila dei percettori di welfare.” Una situazione difficile anche per la Campania e, nello specifico, per la provincia di Salerno dove il rapporto parla di 371 pensionati per 340 lavoratori. In penultima posizione, invece, il capoluogo Napoli con 902 pensionati ogni 809 lavoratori, con Lecce la città da bollino rosso, dove il segno meno è addirittura di 97.

Una situazione sempre più difficile, insomma, soprattutto per i pensionati di domani, che lasceranno il lavoro sempre più tardi, a fronte di uno stipendio mensile che rischia di essere sempre più basso. È per questo che si sta facendo strada il sistema di previdenza complementare che vede nel Fondo Pensione il suo strumento principale. Un vero e proprio investimento che permette, una volta raggiunta l’età pensionabile, di integrare in maniera efficace l’assegno previsto dalla pensione obbligatoria. Una scelta che, stando a quanto suggeriscono gli esperti, è bene fare il prima possibile dal momento che maggiore è l’orizzonte temporale per il quale si mettono da parte le somme e maggiore sarà il rendimento da riscuotere in futuro.

Sono questi, insomma, i segreti della previdenza complementare, una strategia che permette di mettere in sicurezza gli anni della vecchiaia e di guardare con speranza alla pensione. Anche perché esistono forme diverse di fondi pensione, tutte a misura di utente: il Fondo Chiuso, rivolto a lavoratori di una specifica categoria o azienda, veri e propri capitali di sicurezza per i lavoratori autonomi, oppure il Fondo Pensione Aperto, con accantonamenti che vengono istituiti presso compagnie assicurative o banche che si occupano di gestire di risparmi su base singola o di gruppo. Infine, a chiudere la lista a disposizione degli utenti, ci sono i PIP, i Piani Individuali Pensionistici, esclusivamente su base singola e individuale.

Un vero e proprio mare di opportunità, che è bene conoscere visti gli ultimi, difficili, tempi delle pensioni in Italia.