Pagani. Estorsioni, droga e tentati omicidi: l’accelerata alle indagini che hanno portato giovedì a 85 misure cautelari e una decina di indagati a piede libero è arrivata dalla piattaforma sky ech, penetrata nel 2021 dalle autorità giudiziaria francese, che ha permesso di acquisire informazioni sull’organizzazione criminale della cosca del Bronx di Pagani decapitata da tre ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite giovedì mattina da polizia, carabinieri e Guardia di Finanza. La terza riguarda Daniele Confessore, Giuseppe D’Auria (classe 1992 nipote del boss Peppe Saccone ucciso in ospedale a Cava de’ Tirreni anni fa) Giuseppe De Vivo (38 anni) e Francesco Fezza che avrebbero importato droga da Spagna e Olanda per l’Agro nocerino: proprio De Vivo avrebbe avuto il ruolo di dirigente, organizzatore e finanziatore alla associazione per il traffico di sostanze stupefacenti. In un mese e mezzo il gruppo avrebbe importato quasi una tonnellata di droga. In quelle chat che il gruppo credeva impenetrabili confluivano discorsi su armi, estorsioni, foto di banconote e addirittura di progettare omicidi usando il metodo vecchio stampo ovvero acquisire un casolare in campagna, attrezzarlo con delle vasche e usare l’acido. Sono intercettati Daniele Confessore e Giuseppe De Vivo: nella chat dichiarano che dovrebbero fare questa cosa nei confronti di Nicola Fiore detto “Pallino”, Antonio Petrosino D’Auria e Salvatore Guida detto ‘o Capriell. Dalle chat estrapolate sarebbe stato possibile quindi confermare il ruolo direttivo ricoperto dal 38enne deputato sia al rifornimento di grosse partite di stupefacente sia la sua capacità gestionale nel dettare le regole d’acquisto e di vendita delle varie sostanze da immettere sul mercato. Nelle intercettazioni tra De Vivo e Giuseppe D’Auria Saccone emergono anche rapporti con le cosche calabresi. Infatti De Vivo mette al corrente D’Auria di aver trovato un nuovo contatto per la marijuana indicata come “il polline” a 3 euro al kg, ma necessita che qualcuno che ne capisca e vada in Germania per constatarne la qualità. Aggiunge ancora che, per quanto riguarda la cocaina, è riuscito ad “arrivare” ad un referente della “ndrina dei Mancuso”, che è disposto a venderla al prezzo di 7500 euro al kg, mediante il trasporto sotto forma di chicchi di caffè o cialde, trasformati in sostanza pronta all’uso solo successivamente con l’intervento di un chimico fornito dallo stesso esponente della ndrina. Qualche settimana più tardi, poi il finanziatore ed esponente del clan informa D’Auria che è in compagnia del referente dei Mancuso con cui sta contrattando l’acquisto di 100 kg. di hashish al prezzo di 3,8/4,00 euro al kilo e che quindi dovranno raccogliere nel più breve tempo possibile il denaro necessario all’ acquisto. Il pagamento dovrà essere effettuato a Panama per il tramite del “cinese”. Questa mattina il via agli interrogatori di garanzia in carcere davanti al gip Piero Indinnimeo del tribunale di Salerno.





