Nessun impegno mantenuto, opere incompiute, dissesto come alibi: i cittadini attendono un vero cambio di rotta A pochi mesi dalla conclusione del mandato, il giudizio sull’operato dell’amministrazione comunale è inevitabilmente critico. Nessuna delle promesse elettorali è stata realmente rispettata, mentre i progetti avviati, soprattutto quelli ereditati dalle precedenti gestioni, sono rimasti incompiuti o del tutto abbandonati. Per anni ci si è rifugiati nell’alibi del Covid e del dissesto finanziario – presentato come occasione per congelare i debiti e ripartire da zero – ma che nei fatti ha aggravato i problemi strutturali del Comune, peggiorando conti e servizi. Sul fronte amministrativo e della trasparenza, l’efficienza degli uffici comunali non è mai decollata. La burocrazia è rimasta farraginosa, la partecipazione dei cittadini pressoché inesistente, mentre la chiarezza negli affidamenti e nella gestione degli atti è stata minima, come più volte evidenziato dalla stampa locale. Ancora più pesante il quadro economico-finanziario: nessun finanziamento esterno ottenuto – né PNRR, né fondi regionali o europei – mentre le tariffe locali come la TARI sono aumentate. La gestione dei servizi pubblici è naufragata con il fallimento di Pagani Servizi e perdite strutturali di SAM, la società che era stata definita la “grande scommessa” del sindaco e che si è trasformata in un boomerang per le casse comunali.Il territorio si è deteriorato: strade, scuole ed edifici pubblici restano in condizioni precarie, il decoro urbano è lontano dagli standard minimi, la sicurezza è un tema dimenticato e la gestione dei rifiuti si è dimostrata inefficiente. Nessuna visione strategica per lo sviluppo economico o turistico. Anche le politiche sociali e culturali non hanno fatto la differenza.Il sostegno a famiglie, anziani, disabili e fasce fragili è apparso confuso e improvvisato: si ha la percezione che Agrosolidale sia servita più a piazzare i non eletti che a risolvere reali bisogni. Le attività culturali e sportive sono state scarse e frammentate, mentre turismo e tradizioni locali sono stati completamente trascurati.Il rapporto con i cittadini è diventato quasi inesistente: il sindaco è scomparso dalla scena pubblica, riapparendo solo per eventi di intrattenimento finalizzati all’auto‐promozione. Il dialogo con categorie produttive e associazioni si è limitato a chi era vicino all’amministrazione, e la risposta alle emergenze è stata lenta e poco incisiva.Le pagine social dell’amministrazione non raccontano altro che un bollettino di guerra, che riflette non meraviglia, ma una profonda delusione, come più volte espresso da cittadini e osservatori indipendenti Non sorprende, quindi, che il consenso popolare sia crollato: due gruppi hanno abbandonato la maggioranza, sostituiti dai soliti “saltatori”, alimentando ulteriori fratture interne e bloccando l’azione politica. E sulle spalle di questa esperienza amministrativa restano ombre legate a controversie giudiziarie e inchieste che ne minano la credibilità.In definitiva, il mandato si chiude con un bilancio fallimentare: nessun risultato tangibile, peggioramento finanziario, opere incompiute, scarsa trasparenza, assenza di visione strategica e un rapporto con la cittadinanza ridotto ai minimi termini. Il Covid e il dissesto sono stati usati come comodo alibi, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: un’amministrazione che ha saputo soltanto peggiorare ciò che già non funzionava.“Un’occasione sprecata, che ha lasciato la città più fragile e sfiduciata. Si è governato per immobilismo, non per visione”, commenta l’ex consigliere Vincenzo Calce, tra le voci più critiche verso il sindaco uscente.





