di Monica De Santis
Si è tenuta nel pomeriggio di ieri, dopo l’udienza in Tribunale per la nomina dei periti di parte, l’autopsia presso l’obitorio dell’ospedale di Battipaglia, sul corpo di Ciro Palmieri, il panettiere di Giffoni Valle Piana, ucciso il 29 luglio scorso, con 40 coltellate dalla moglie Monica Milite e dai figli Massimiliano di 18 anni ed il terzogenito di 15 anni, e poi mutilato per poi abbandonare il cadavere in un dirupo, lungo la strada provinciale 25 che collega Giffoni Valle Piana a Serino. Ad eseguire gli esami è stato il medico legale nominato dalla Procura, il dottor Casaburi, affiancato dai consulenti di parte, ovvero il dottor Giovanni Zotti, nominato da Dante Palmieri fratello della vittima (assistito dall’avvocato Rocco Pinto), e dal dottor Luigi Mastrangelo nominato dai tre imputati (difesi dall’avvocato Damiano Cantalupo). I medici si sono ritrovati di fronte ad una salma in avanzatissimo stato di decomposizione e, quindi, non più riconoscibile. Al termine dell’esame irripetibile, dunque, non è stato possibile liberare il corpo per consentire ai familiari di Palmieri di celebrare i funerali. Si dovrà attendere prima l’esito dell’esame del Dna che sarà effettuato dal Ris di Roma. Dall’autopsia sarebbe emersa, chiaramente, la lesione all’altezza della tibia destra, amputata dopo l’omicidio. Intanto restano in carcere dopo le udienze di convalida i tre imputati. Monica Milite, che dal carcere ha chiesto notizie di tutti e quattro i figli in particolar modo del più piccolo, ed il figlio Massimiliano si sono avvalsi etrambi della facoltà di non rispondere, e sono accusati di omicidio aggravato, mentre il 15enne, anche lui accudato di omicidio aggravato, ha confermato, ai giudici, in parte la confessione resa venerdì scorso, per poi essere trasferito presso uno dei due carceri minori presenti in Campania, non accordando la richiesta fatta dall’avvocato difensore di affidarlo ad una delle case famiglia che accolgono minori in attesa di giudizio. Per i tre imputati c’è il rischio che si possa aggiungere una nuova accusa, quella della premeditazione, dunque i tre rischiano una condanna all’ergastolo. Intanto i familiari di Ciro Palmieri, che sapevano dei malesseri familiari che c’erano in casa, continuano a ripetere che mai si sarebbero aspettati un epilogo del genere, ed ora stanno valutando anche la possibilità di chiedere in affidamento il ragazzino 11enne che al momento si trova presso una casa famiglia di Giffoni Valle Piana e che potrebbe comunque essere affidato dal Tribunale dei Minori al fratello 20enne Bruno, giunto a Giffoni, da Milano, appena appresa la notizia dell’uccisione del padre.