Tre faldoni contenenti le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Ciro De Simone e Raffaele Del Pizzo ma anche le intercettazioni ambientali dei colloqui in carcere tra Ivan Del Giusto e Matteo Fortunato, quelle di Rosario Crisuoli e di Luigi Maisto con i rispettivi familiari e i verbali delle dichiarazioni di Ezio Prinno, Clotilde Mari, madre di Salvini, e quelle di Concetta Citarella, vicina di casa di Villacaro. Sono state depositate ieri dal pubblico ministero Rosa Volpe sul tavolo del Gup Renata Sessa davanti al quale si è aperta l’udienza preliminare a carico dei 16 imputati finiti nel mirino della Procura nell’ambito del blitz culminato lo scorso marzo con cui l’Antimafia ha decapitato il nuovo sodalizio criminale facente capo a Vincenzo Villacaro e Vincenzo D’Andrea accusati, tra l’altro, di essere stati gli autori dell’omicidio di Donato Stellato. Centinaia di dichiarazioni vagliate in questi mesi dall’Antimafia e che non riguardano solo l’omicidio Stellato, per il quale soprattutto De Simone ha svelato tutti i retroscena, ma anche altri delitti consumatisi in città ed ancora insoluti. Tra questi quello di Massimiliano Esposito freddato il primo agosto 2005 davanti la sua palestra “Fredom” in via Abamonte a Pastena e violentemente pestato da D’Andrea alcuni giorni prima il delitto presso il mercatino rionale di via Robertelli a causa di una lite relativa ai posti delle bancarelle, avuta forse proprio con De Simone. Un delitto, quello di Massimiliano Esposito, ancora avvolto nel mistero poiché gli unici imputati, Antonio Adami e Marco Palatucci sono stati assolti dopo essere stati condannati in primo grado alla pena dell’ergastolo. L’udienza è stata quindi rinviata al prossimo 15 febbraio per dare ai legali (nel collegio, tra gli altri, gli avvocati Bianca De Concilio, Antonio Boffa, Massimo Torre, Emiliano Torre e Luigi Gargiulo), il tempo di studiare l’enorme mole di documentazione prodotta dal sostituto procuratore. Hanno già anticipato richiesta di rito abbreviato Francesco Salvini e Ciro De Simone. Oltre ai due collaboratori di giustizia sono imputati Vincenzo D’Andrea, alias “o’ poeta”; Vincenzo Villacaro detto Ciro; sua moglie Marianna Argento; Clotilde Mari; Salvatore Nigro; Matteo Fortunato, alias “o barbiere”; Luigi Maisto; Ivan Del Giusto; Saverio Orilia; Raffaele Principe; Giovanni Zullo; Antonio Fortunato, Ugo D’Amato ed Ezio Prinno. Gli imputati, destinatari tutti di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso marzo all’esito di lunghe ed articolate indagini dell’antimafia, rispondono a vario titolo di omicidio (l’accusa è contestata a D’Andrea e Villacaro ritenuti dalla Procura responsabili del delitto di Donato Stellato, il fratello di Giuseppe, alias “Papacchione” ucciso il 24 febbraio del 2007) e associazione camorristica per aver partecipato ad un nuovo sodalizio messo in piedi dall’ormai collaboratore di giustizia Francesco Salvini (sodalizio del quale faceva parte anche Roberto Capri deceduto anni fa in carcere), finalizzato attraverso le rapine, lo spaccio di stupefacenti, le estorsioni ed il controllo sui videopoker, ad acquisire il controllo delle attività economiche in città. Secondo l’impianto accusatorio formulato dalla Procura capi ed organizzatori indiscussi del nuovo gruppo criminale erano Villacaro, D’Andrea e Nigro. Intorno a loro vi erano poi i gregari ai quali era demandata l’esecuzione materiale dei delitti. Ruolo a parte spettava alla moglie di Villacaro, Marianna Argento che, dopo l’arresto del marito, avrebbe mediato i contatti tra questi, detenuto, e gli altri correi. Al centro del procedimento vi è, quindi, l’omicidio di Donato Stellato. Vi sono, poi, gli episodi di spaccio di droga, le estorsioni e le rapine.
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