Ogni anno 70mila aggressioni di cani a danno dell’uomo: allarme Codacons - Le Cronache Ultimora
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Ogni anno 70mila aggressioni di cani a danno dell’uomo: allarme Codacons

Ogni anno 70mila aggressioni di cani a danno dell’uomo: allarme Codacons

di Erika Noschese

Dopo la tragedia di Eboli, dove un bimbo di 15 mesi è stato sbranato da due pitbull, il Codacons torna a chiedere a gran voce misure per garantire la sicurezza dei cittadini e limitare il fenomeno dei cani potenzialmente pericolosi. «Al di là del caso specifico e delle dinamiche che hanno causato l’aggressione, è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolose per l’uomo, e che la loro diffusione sul territorio è in forte aumento anche a causa di mode e tendenze del momento – afferma il Codacons – Indipendentemente dall’ educazione che si dà al proprio animale, è universalmente riconosciuto come alcune razze, ad esempio pitbull o rottweiler, per le loro caratteristiche peculiari fisiche possano provocare ferite letali in caso di morsicatura – hanno dichiarato dall’associazione di categoria – Proprio per questo, e senza ovviamente demonizzare gli animali, chiediamo da tempo un patentino obbligatorio per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi. L’ aver eliminato la lista delle 17 razze di cani a rischio introdotta dall’ ex Ministro Sirchia ha di fatto cancellato qualsiasi obbligo per i loro proprietari, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza. Una lista che, anche alla luce della tragedia di Eboli, andrebbe ripristinata, considerando che ogni anno si contano in Italia circa 70mila aggressioni a danno dell’uomo da parte di cani, e che non tutte le razze sono adatte a chiunque». Intanto, l’associazione Animalisti italiani chiede l’affidamento dei cani responsabili delle aggressioni, tanto quella registratasi ieri ad Eboli quanto l’episodio di Padova dove una donna di 83 anni è stata aggredita da un pitbull ma, fortunatamente, è fuori pericolo. «Siamo sconvolti e rattristati dalle terribili notizie provenienti da Eboli e Padova. Esprimiamo il più profondo cordoglio alle famiglie coinvolte in entrambi gli incidenti. Ma attenzione, non facciamo di tutta l’erba un fascio per colpevolizzare i pitbull. Non esistono razze aggressive, ma cani che, come gli uomini, possono ammalarsi, impazzire o aggredire a causa di situazioni problematiche o della negligenza umana. Il caso di Eboli, in provincia di Salerno, è emblematico: i tutori erano partiti, abbandonando i cani, lasciandoli per lungo tempo soli. Questo comportamento irresponsabile crea cani frustrati e potenzialmente pericolosi. Il pitbull è un cane che ha bisogno di un capobranco che lo sostenga perché seppur dotato di una forza fisica impressionante, possiede una delicatezza caratteriale che lo rende particolarmente sensibile. L’abbandono ha generato un fattore di crisi emotiva esterna. Chiediamo che i cani non vengano soppressi, ma affidati a chi sa realmente prendersene cura. Noi Animalisti Italiani Onlus siamo pronti ad accoglierli», ha dichiarato il presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale. Conclude Catia Piscitelli del Direttivo Animalisti Italiani Onlus: «Si pensi a Bella e Fulmine, 2 cani pitbull che sono stati salvati dalla nostra associazione durante un sequestro e portati in un canile di Roma. Hanno trovato una famiglia amorevole e sono ottimi cani da compagnia. Non esistono razze di per sé pericolose, se si educano con consapevolezza». L’Organizzazione internazionale protezione degli animali (Oipa) chiede al legislatore di regolamentare la detenzione di determinati tipi di cani che troppo spesso vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente. A livello locale, alcuni Comuni, come quello di Milano, hanno regolamentato la materia prevedendo la concessione di patentini per la detenzione di alcune razze o simil-razze. Come gestire un cane cosiddetto “pericoloso” e cosa dice la legge sulla loro gestione? Risponde l’Oipa, che chiarisce come anzitutto non esista un elenco di cani ritenuti “pericolosi”. Nel 2006 il Ministero della Salute ha emesso un’ordinanza riguardante la “tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, nella quale era prevista una lista di razze canine ritenute pericolose. Successive ordinanze hanno poi abolito questo elenco a causa della relativa incertezza e, soprattutto, della discriminazione delle razze. «Attualmente la pericolosità di un cane viene determinata a seconda di fatti specifici», spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa. «In caso morsicatura o zuffa tra cani, infatti, il cane e il suo proprietario vengono segnalati al Servizio veterinario Asl, che tiene un registro dei cani dichiarati aggressivi, e sono obbligati a seguire un corso formativo. Il corso è organizzato dal Comune, insieme al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale, avvalendosi della collaborazione degli Ordini professionali dei medici veterinari e di associazioni di protezione animale. Le spese sono sostenute dal proprietario del cane “impegnativo”. In caso di pericolosità grave, scatta l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa e l’obbligo di utilizzare il guinzaglio e la museruola nelle strade e nei luoghi aperti al pubblico».