Oggi si celebra la 79° festa della Repubblica Italiana - Le Cronache Attualità
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Oggi si celebra la 79° festa della Repubblica Italiana

Oggi si celebra la 79° festa della Repubblica Italiana

Ci siamo! Il 2 giugno, la nostra Repubblica compie settantanove anni. Un anniversario che ricorda il passaggio fondamentale della storia italiana moderna. Tramontò, dopo ottantacinque anni il Regno D’Italia (1861 1946) e l’Italia voltò pagina, mettendo fine alle dinastie regnanti mandando in soffitta anche quello Statuto Albertino pensato e scritto da aristocratici conservatori per il piccolo Piemonte e poi dal 2 giugno 1861 applicato in tutto l’italico stivale. Con la “plebiscitaria” unità fu portata in ogni città anche la Festa dello Statuto Albertino, allora unica festività civile nazionale che si celebrava la prima domenica di giugno. In quella data si commemorava la carta costituzionale concessa da Re Carlo Alberto di Savoia il 4 marzo 1848 al Regno di Sardegna. Curioso che la festività dello Statuto sia iniziata Domenica 2 giugno 1861 per terminare la domenica il 2 giugno 1946, data scelta per indire il referendum costituzionale. Domenica 2 giugno 1946 fu la prima volta in cui tutti i cittadini italiani, indipendentemente da cultura, sesso o censo, furono chiamati a esprimere la propria opinione per definire quale forma istituzionale dovesse avere lo stato. Per il referendum agli italiani fu data una scheda per scegliere tra Monarchia e Repubblica: essi decisero per la repubblica. Motivo di orgoglio cittadino è ricordare che la decisione di chiamare gli italiani al referendum prese forma proprio nel Salone dei Marmi del nostro Palazzo di Città durante i giorni di Salerno Capitale. Insieme alla scheda per decidere la forma istituzionale dello Stato, i cittadini italiani si espressero anche per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente: ovvero coloro incaricati di scrivere la nostra nuova carta costituzionale. Da allora il 2 giugno fu giorno di festa civile celebrata a livello nazionale con efficaci manifestazioni patriottiche tenute nella capitale dello stato, Roma dove le alte cariche dello stato fanno corona al Presidente della Repubblica nella parata militare e con l’omaggio ai caduti all’Altare della Patria. Manifestazioni replicate a livello territoriale dal signor Prefetto, che vede partecipi le autorità civili militari religiose e la cittadinanza. Se per casualità il referendum si tenne la prima domenica di giugno, che dal 1861 aveva celebrato l’Italia riunita proprio lo “Statuto Albertino” il modo celebrativo della nostra festa repubblicana, si mantenne nel solco della consolidata festa, in cui manifestazioni patriottiche erano rese palesi nelle primarie città da grandiose parate militari con bandiere vessilli e gran pavese sventolava al fianco degli stendardi d’arme. Annualmente Salerno, in virtù delle diverse caserme presenti in città e dalla scenografica bellezza della sua via Marina, non fu da meno allestendo sfilate partecipare da ufficiali e militari nelle scintillanti divise. Questo avvenne almeno fino alla fine della grande guerra o meglio per Salerno fino al 1923 quando con l’inaugurazione del monumento della Vittoria in piazza ferrovia si vollero ricordare i caduti nella grande guerra di tutta la provincia salernitana. Da allora la grande parata dello Statuto cambio posizione finendo con lo schieramento d’armi in piazza della Vittoria (oggi 24 maggio) celebrando sull’Altare Civico del nuovo monumento il ricordo dei Caduti. Dalla fine della Grande guerra una seconda festa civile entrò nel nostro calendario e fu il 4 Novembre anniversario della Vittoria. Durante il ventennio fascista le due festività, dello Statuto e della Vittoria, furono mantenute, anche se entrarono altre festività di partito in cui si manifestare, più o meno convintamente il senso di unità e fedeltà del popolo d’Italia alla Patria. Si mantenne nella prima domenica di giugno la tradizione della grandiosa rivista militare, passata in rassegna da S.M. il Re Imperatore in Via dell’Impero, oggi dei Fori Imperiali. Alla parata prendevano parte durante il Fascismo anche i Balilla e le organizzazioni giovanili del Partito, oltre alle numerose Associazioni combattentistiche di tutte le Armi e specialità dell’Esercito. Pertanto anche la festa odierna che ci ricorda la nascita della Repubblica fondata sul suffragio universale ci dovrebbe rammentare dì come l’assetto costituzionale della nostra nazione sia poggiato sul sacrificio di tanti caduti e sul coraggio di tante donne che da quel referendum ottennero il diritto di voto. Infatti, quel la fu la prima volta in cui tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro cultura, sesso o censo, furono chiamati a esprimere la propria opinione in un processo decisionale politico. Se «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Se la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» lo abbiamo ereditato dal risultato del referendum del 2 giugno 1946, quando l’Italia cesso di essere una monarchia è divenne una repubblica costituzionale. Giuseppe MdL Nappo Gruppo scuola, Consolato Sa FederMaestri d’Italia