di Antonio Manzo
La notizia è secca e l’appuntamento è da non perdere. Oggi, lunedì, all’università di Salerno si svolgerà un convegno sui giovani e la privacy: intelligenza artificiale e cittadinanza digitale. Dopo l’introduzione di Francesco Fasolino, direttore del dipartimento di scienze giuridiche, e Rino Sica, docente di diritto privato, relazioneranno Pasquale Stanzione, Garante nazionale per la privacy, docente emerito di diritto privato della stessa università e Maria Sofia Costa, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli che coordina la sezione sulla sicurezza dei sistemi informatici. Per saperne di più ci affidiamo alla chatbot di Opena Air che spesso è utilizzata dagli studenti per scrivere saggi passabili in pochi secondi. Chat-Gpt 4 chiede di saperne di più sull’evento organizzato dall’università di Salerno sfregiata da ben due attacchi hacker (2022 e 2023) che hanno efloliato dati per 208gb che corrispondono a 565.778 file per un danno ricevuto di circa 318.00 euro pari a 12bitcon che era anche il prezzo del riscatto chiesto per la restituzione dei dati. “Cavallo di ritorno” informatico che non sarebbe stato accettato dal rettore Loia esperto nazionale di cybersicurezza. I dati rubati all’ateneo sono i dati sensibili, tra cui quelli sensibili degli studenti universitari a partire dalle Password personali, alla documentazione non solo fatti confluire alla segreteria studenti. Intanto, un team degli studenti colpiti dall’attacco hacker, ha utilizzato Chapt-gpt 4 per generare testi generati dall’intelligenza artificiale. Alla domanda posta a Chapt su “cosa fare in questo caso” la risposta dell’intelligenza artificiale l’ha presa alla lunga dicendo di contattare immediatamente il responsabile del sistema per potere informazioni e, soprattutto, invitarlo a formalizzare La denuncia alla polizia postale. Fin qui, lo scritto utilmente prodotto. Ma c’è un consiglio agli utenti colpiti o ai titolari del sistema di non voler provare, individualmente, a ritentare sul sistema hackerato operazioni apparentemente da riparazione. In pratica, è stato come dire di non tornare sul luogo del delitto, anche senza essere stati esecutori dell’attacco hacker. In queste ore all’università di Salerno, al di là del tentativo impossibile di recuperare i dati esfoliati da un attacco del tipo “random ware”, torna sul luogo del delitto con la relazione del più autorevole protettore dei dati nazionali, il Garante privacy, quale è il docente emerito di diritto privato, Pasquale Stanzione e Rino Sica, giovane ordinario di diritto privato oltre che della Pm Costa che, napoletana, non conoscerà a fondo l’università dell’amichetettismo, propedeutica conoscenza alla definizione di un contesto inquisitorio, ma non solo con questo elemento delittuoso, per determinare responsabilità sull’attacco hacker. In questo clima si parlerà oggi di Intelligenza artificiale nell’università dell’amichettismo che prova a sacralizzare la privacy, a partire da quella degli studenti futuri cittadini digitali. all’università di Salerno Se da una parte c’è l’attesa della conclusione dell’istruttoria ordinata al Garante dei dati personali, Stanzione, per l’attacco hacker all’università di Salerno, permane ancora e si fa sempre più fitto il mistero Oracle che potrebbe essere reso noto alla pm Costa. L’università intendeva mettere in sicurezza il sistema informatico facendo ricorso alla convenzione Crui-Oracle per il dominio contabile dell’ateneo per 783 mila euro e una convenzione Consip-Spc Cloud lotto 2 per la sicurezza del sistema per 1 milione e 830 mila euro. Un quadro economico complessivo di 3milioni di euro e 370mila euro. Il sistema Oracle mai andato in funzione prevedeva il pagamento di tre rate di 261mila euro con pagamento anticipato, mentre la convenzione Consip con pagamento a consuntivo, cioè a lavoro fatto. Del sistema Oracle e del passaggio dal sistema Cineca di Bologna ad uno che non è mai entrato in funzione nonostante il danaro investito e in parte anche liquidato nessuno ha più saputo nulla. Tranne il Senato accademico che approvò le conversioni milionarie e poi tenuto all’oscuro nella sua unanimità. Né hanno patrlato il progettista dott. Carmine Mutalipassi, capo dell’Ufficio Applicazione, e il responsabile unico del procedimento l’ingegnere Salvatore Ferrandino capo dell’ufficio sistemi tecnologici il quale ha percepito per l’incarico ricevuto di un progetto mai partito di 52 mila euro oltre che guadagnare la promozione “EP” cioè elevata professionalità. Ora all’università del silenzio e dell’amichettismo aspettano con ansia da prestazione il danaro del PNNR: 115 milioni per l’università di Salerno che dovrà gestire la Fondazione Serics Security in Cyber Space, presieduta dal rettore dell’università , Vincenzo Loia. Mentre oggi i relatori tornano sulla “scena del delitto” dell’attacco hacker con un pm, probabilmente non competente per territorio, anche se a Fisciano aspettano ancora “un giudice che arrivi da Berlino” per scoprire la masso-mafia dell’amichettismo in cattedra.