Da ieri mattina, Villa Guariglia è animata dalle installazioni e dalle onde sonore del VII Festival di musica elettronica ed elettroacustica firmato da Silvia Lanzalone
Di OLGA CHIEFFI
Caleidofonie è il fascinoso titolo del VII festival di musica elettronica ed elettroacustica firmato dalla docente del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, che animerà sino a domani le terrazze di Villa Guariglia. Il manifesto che annuncia una tre giorni molto intensa tra workshop, seminari, incontri, mostre multimediali, installazioni sonore d’arte, concerti elettroacustici, con i suoi colori romantici che sposano perfettamente la natura lussureggiante dei luoghi ospitanti, ci ha ricordato qualche assunto di Hanslick. “Ora il contenuto spirituale collega nell’animo dell’ascoltatore il bello della musica con tutte le altre grandi e belle idee. La musica non agisce su di lui soltanto e in assoluto per la bellezza sua propria, ma anche come riproduzione sonora dei grandi moti dell’universo. Profondi e segreti rapporti di origine naturale fanno sì che il significato dei suoni si accresca e si innalzi al di là dei suoni stessi e ci faccia sentire nell’opera del talento umano sempre anche l’indefinito. Poiché gli elementi della musica: suono timbro, ritmo, forza, tenuità si trovano in tutto l’universo, l’uomo ritrova tutto l’universo nella musica”. Ecco che le due parole greche kalos (bello) ed eidos (forma) sulle tracce del Kaleidophone di Wheatstone prenderanno vita sulle due terrazze di Villa Guariglia. Ieri, giornata inaugurale del festival, taglio del nastro per la mostra curata da Alberto Giordano, dedicata a Jean Paul Risset Una esposizione multimediale che raccoglie documenti, video, immagini, diagrammi, suoni e opere di Jean-Claude Risset, compositore che ha esplorato i fondamenti scientifici della musica, scandagliando gli aspetti più reconditi del timbro attraverso uno studio approfondito e rigoroso dei fenomeni acustici. Insieme alla mostra sono state inaugurate le due installazioni che rinsaldano la forte sinergia tra la fine ceramista Debora Mondovì e Silvia Lanzalone. La prima installazione Kaleidos, va ad animare proprio con lo spazio antistante il Museo della Ceramica. I pezzi ceramici della Mondovì, abilmente sonorizzati dagli allievi della scuola di Musica Elettronica del nostro conservatorio, dialogheranno con le storiche opere ospiti di Villa Guariglia. Nell’auditorium invece, siamo accolti dall’opera Voci d’Amore Le sculture, realizzate in terracotta e metallo, prendono forma dall’espressività delle poesie, dall’esigenza di rappresentarne il senso profondo e dalla necessità di diffondere la musica in modo coerente ai materiali di cui sono composte. La musica è ottenuta interamente dai suoni delle parole allo scopo di creare un’intima integrazione con gli aspetti visivi e simbolici, incastonata nelle sculture e intarsiata di suoni di voci. La prima serata martoriata dalla tempesta non si è potuta concludere in bellezza col concerto Phonìa, sul belvedere di Villa Guariglia. L’energia estemporanea del suono elettronico nelle opere di Antonio Russo, Speranza Fusco, Michele Barbato, Andrea Secondulfo, Fabio Carlino e Anacleto Vitolo, immersa in un contesto variabile di espressioni, visioni, vibrazioni. La seconda giornata, inizierà oggi nell’ Auditorium alle ore 19 con un incontro dibattito, uno spazio vivo e fertile in cui si possa avanzare senza timore qualche riflessione sullo stato della musica d’arte, intesa come quella musica motivata da un pensiero, oltre che da un’azione. d.a.t. [divulgazioneaudiotestuale] risponde a questa urgenza attraverso un’esperienza a-gerarchica, che metta insieme chiunque voglia comunicare la propria ricerca nel campo di possibilità proprio del suono, allargando l’esperienza alla parola. Ne parleranno, moderati da Francesca Marchesiello, Antonio Mastrogiacomo, Andrea Arcella, Bruno Benvenuto e Stefano Busiello. A seguire, il secondo concerto, Eidos, rappresentante la gestualità della musica, spesso impalpabilmente presente, ma talvolta, anche efficacemente esasperata, percorsa dall’essenzialità del suono acusmatico alla teatralità del gesto strumentale, attraverso le opere di Lidia Zielinska, Viviana Palladino, Alberto Giordano, Pantaleo Leonfranco Cammarano, Antonio Russo e Mauricio Kagel. La terza giornata, domani, avrà due prestigiose ospiti, Laura Bianchini e Silvia Schiavoni, le quali terranno a partire dalle ore 19 un seminario dal titolo “Il resto è quiete. Dal dramma della parola alla drammaturgia dell’ascolto”, in cui illustreranno il lavoro di ricerca sulla voce e sul rapporto testo/musica in relazione alle potenzialità espressive della voce e all’uso dei suoni della lingua in senso musicale. Il lavoro di lettura e analisi dei testi è stato svolto da Laura Bianchini in collaborazione con Silvia Schiavoni, cantante ed esperta di letteratura anglo-americana, specialista dell’opera Shakespeariana. Le quattro opere Hamlet, Macbeth, King Lear, The Tempest, attraverso le quali si realizza il “teatro della parola” in Shakespeare, costituiscono un percorso ideale, mediato tra senso e non senso, normalità e follia, vita e morte, che si compie attraverso l’esperienza dell’ascolto. A seguire, alle ore 21, il concerto Versus sullo stesso tema, un ciclo di quattro lavori di teatro musicale da camera frutto di una rilettura con Silvia Schiavoni di alcune tra le più importanti tragedie shakespeariane: in cui la parola, talvolta ingannatrice, talvolta rivelatrice, assume una carica espressiva e diventa forza motrice nel cammino della conoscenza. Il festival dà comunque appuntamento al 26 ottobre quando dalle ore 12 alle 16 la sala concerti del conservatorio ospiterà Chaya Czernowin, unitamente a Carlo Laurenzi per un workshop sull’uso della metafora come mezzo privilegiato per raggiungere un mondo sonoro non familiare, una musica per il subconscio, che si estenda oltre le convenzioni stilistiche o la razionalità.