Nuova lapide per i caduti del Sommergibile “Velella” - Le Cronache Provincia

Nella baia di Punta Licosa di Castellabate, solenne commemorazione per ricordare i 52 eroi del mare, che perirono nelle acque antistanti l’isolotto il 7 settembre 1943. Autorità civili e militare di ogni corpo hanno ricordato con una solenne cerimonia di commemorazione l’affondamento dell’unità navale italiana nel mare antistante l’isola di Licosa. Il sommergibile “Velella” della Regia Marina, salpato da Napoli con rotta Palermo, fu silurato dal sommergibile inglese “Shakespeare”, segnando il tragico destino dell’eroico equipaggio. In onore a questi caduti del mare della seconda guerra mondiale, l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, sezione di Castellabate, unitamente all’amministrazione Comunale, hanno organizzato la manifestazione, in più luoghi, deponendo una corona di alloro sul monumento dei Caduti del Mare in Santa Maria e successivamente le associazioni militari, con autorità civili e militari in concedo, hanno raggiunto Punta Licosa dove è stata scoperta una nuova lapide marmorea che ricorda i 52 marinai del Velella. Durante le varie soste ai monumenti sono stati effettuati gli onori militare sulle note dell’Inno d’Italia, mentre erano schierati i gruppi A.N.M.I. con sezioni provenienti da tutta la Provincia, affiancati dai carabinieri in concedo di Roccadaspide ed ancora reduci e combattenti di Castellabate. Con grande solennità e ricca presenza fra bandiere e labari erano presenti in prima fila i gruppi ANMI di Pompei, Nocera, Olevano sul Tusciano, Salerno ed i Leoni di San Marco delegazione di Battipaglia. Sul piazzale del porto si è svolta la commemorazione con l’alzabandiera e l’inno nazionale a cui è seguita la celebrazione della messa officiata dal parroco Don Pasquale Gargione. Toccante per tutti i convenuti l’inno dei sommergibilisti a cui è seguito la lettura da parte del luogotenente della marina Giannicola Guariglia, dei nomi di tutti i caduti, mentre il pubblico rispondeva “presente”. Visibili momenti di commozione durante la commemorazione da parte di tutti i marinai in concedo e da tutti i presenti per lo scoprimento della lapide che, porta inciso nel marmo i nomi di tutto l’equipaggio del sommergibile “Velella”. Dopo la deposizione delle corone di alloro, con un cerimoniale militare molto sentito, ha fatto seguito l’intervento del sindaco Marco Rizzo, che ha sottolineato i valori della Patria, il sacrificio dei sommergibilisti e la memoria della storia che deve essere monito per tutti. Molto sentito l’intervento del presidente ANMI Francesco Schiavo, che ha ricordato la tragica fine del Velella e dei tanti marinai che hanno sacrificato la vita per la Patria. Ancora parole di pace espresse del presidente Società Mutuo Soccorso Nicodemo Guida, che è stato lo sponsor della lapide marmorea. Di seguito l’intervento di Francesco Pascale, che ha ringraziato tutte le associazioni e volontari che si sono prodigati per realizzare la lapide e l’organizzazione della commemorazione, fra cui l’Associazione Faro di Licosa presieduta da Nicola Di Gregorio. Presenti in prima fila le autorità militari: comandante carabinieri di Agropoli Giuseppe Colella, comandante Locamare Castellabate Crea Antonino, i due figli del capo di terza classe Eudechio Feleppa ed altre autorità provinciali. A coordinare meravigliosamente tutta l’organizzazione della commemorazione è stato il colonnello dell’Esercito Antonio Grilletto, affiancato dallo speaker ufficiale Enrico Nicoletti, che ha condotto l’intera manifestazione. Unanime il pensiero di tutti gli oratori intervenuti, i quali hanno esaltato il significato del valore più puro, di quelle giovani vittime che si immolarono per l’Italia, trovando su quel sommergibile la loro casa e poi la loro tomba. Il relitto del “Velella”, fu identificato il 12 maggio del 2003, spezzato in tre tronconi alla profondità di 137 metri. Significative le parole del parroco Don Pasquale Gargione che nella sua omelia ha sottolineato: oggi è importante alimentare e tenere accesa la fiamma della memoria, additando questi eroici figli d’Italia, quali esempio di fede a garanzia di libertà ed a monito per scongiurare ogni guerra, affinché si instauri il concetto di pace che dovrà essere speranze per le giovani generazioni.

Giuseppe Ianni

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