di Massimo Salvo
«Speriamo di non fare un buco nell’acqua». Inizia con una battuta il tavolo di lavoro indetto ieri al Palazzo di città per trovare una soluzione al problema allagamento, che da ormai troppi giorni sta arrecando danni a negozi e abitazioni nel centro storico di Salerno. A rompere il ghiaccio, nell’attesa che arrivi anche il sindaco, è uno degli esperti nominati da Vincenzo Napoli stesso. Sei in tutto i tecnici convocati, a partire da colui il quale coordinerà i lavori, il professor Maurizio Giugni, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile presso l’Università “Federico II”. Insieme a lui Francesco Peduto, presidente nazionale dell’Ordine dei geologi, nonché l’architetto Giuseppe Grimaldi e gli ingegneri Alessandro Gambardella, Ernesto Scaramella e Roberto Nobile (quest’ultimo anche in veste di referente della Protezione civile del Comune di Salerno). A presenziare l’incontro, oltre al già citato sindaco e al consigliere comunale (con delega alla Protezione civile) Augusto De Pascale, c’era anche l’assessore alla Mobilità e all’Urbanistica Domenico De Maio.
«Cominceremo a capire finalmente di cosa si tratta – spiega il professor Giugni –; credo che alcuni controlli siano già stati effettuati, ma comunque ripartiremo da zero. Per prima cosa constateremo che il fenomeno non sia legato a perdite di sottoservizi, quindi al sistema idrogeologico urbano. Dopodiché faremo riferimento a problematiche connesse alle acque sotterranee e acquisiremo i dati derivanti; pochi minuti fa, al riguardo, ho saputo dell’esistenza di piezometri attivi da alcuni anni. In questo modo potremo farci un’idea del fenomeno la cui causa, al momento, ci è ancora ignota».
Quando parla dei piezometri, ossia i tubi verticali che consentono di individuare la pressione dell’acqua, Giugni fa riferimento a quanto asserito poco prima dall’assessore De Maio, che tra le altre cose riferisce anche di «fenomeni simili già in passato, ma mai di quest’entità».
«Il coordinatore Giugni – si legge nel comunicato diffuso al termine dell’incontro – ha disposto l’acquisizione di tutti gli elementi utili a far luce sul fenomeno, quali: analisi acque, dati piezometrici, relazioni e sezioni geologiche ed idrogeologiche, idrografia superficiale e planimetrie dei sottoservizi. Il professor Giugni ha predisposto altresì un sopralluogo nelle zone interessate dal fenomeno».
Il gruppo di lavoro avrà 30 giorni per produrre la sua relazione tecnica. Il tutto costerà al Comune la modesta cifra di 5.000 euro.