Non “riforniscono” l’ossigeno per una notte, Giamyla ha rischiato per un errore burocratico - Le Cronache
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Non “riforniscono” l’ossigeno per una notte, Giamyla ha rischiato per un errore burocratico

Non “riforniscono” l’ossigeno per una notte, Giamyla ha rischiato per un errore burocratico

Giamyla ha rischiato di morire, per un intoppo burocratico, per le carte che restano nei cassetti e per sciatteria. Si e’ salvata perché ha voglia di vivere e perché l’affetto della famiglia, della mamma e del papà le hanno garantito assistenza. Giamyla ha 37 anni, rinchiusi nel corpo di una bimba che ne dimostrerebbe 7, ed il coraggio di 1000 eserciti. Ha la sindrome di Down ma ció che l’ha paralizzata e resa non più autosufficiente è stata una malattia che si chiama “artrite reumatoide”, che giorno dopo giorno è degenerata attaccando anche i tessuti degli organi, nello specifico i polmoni, rendendoli fibrotici e incapaci di farla respirare autonomamente. Ha i polmoni fibrociti, non hanno cioè l’elasticità che permette una respirazione autonoma. E’ bloccata a letto, perché ha avuto tanti altri problemi, nel dicembre scorso si è’ sottoposta a tracheostomia. Il personale medico ed infermieristico del Ruggi, in particolare l’equipe della Rianimazione, nel Novembre e dicembre scorso le ha assicurato una assistenza di grande qualità. La professionalità e l’umanità di tanti professionisti ha reso possibile un piccolo miracolo. Un miracolo poi perfezionato dal reparto di Penumologia di Scafati. Ed è tornata a casa, prendendosi beffa della vita e della sorte. Di quelle strane ed oscure forze che vorrebbero fermarla. Sono anni che Giamyla battaglia e vince, sono anni che combatte. Perché ha incontrato medici di spessore, perché i genitori Nunzio e Silvia le hanno garantito il meglio e perché, come lei, non si sono mai arresi. Ed è soprattutto lei che, nonostante tutto, non molla. La scorsa notte si è esaurito l’ossigeno che l’Asl, con il supporto della ditta privata Magaldi Innova, le fornisce. Per lei fondamentale nelle ore notturne. La Magaldi che calcola il fabbisogno di ossigeno non avrebbe provveduto alla sostituzione della bombola. Non per responsabilità dell’azienda, che garantisce qualificate prestazioni, ma per un intoppo autorizzativo presso l’azienda sanitaria locale. Pare ci siano problemi burocratici sullo sfondo, intese e contratti che si sono fermati davanti al dramma di una piccola. Per fortuna l’intervento tempestivo e lungimirante di mamma e papà hanno consentito di superare ogni problema. In una farmacia, per tempo, veniva infatti recuperata una bombola sostitutiva. Nelle prossime settimane si capirà qualcosa in più. Il Management della Magaldi si è subito attivato per superare la criticità. Per il momento un corto circuito amministrativo e burocratico ha rischiato di scatenare una tragedia. Ha vinto l’amore della famiglia e la forza della piccola grande Giamyla. Il buonsenso di tutti contro l’ottusità amministrativa. Ma non deve funzionare così.