di Brigida Vicinanza
Resta solo Silvio Anzola sul fondo del mare di Palinuro fra quelle grotte a 50 metri di profondità che hanno inghiottito i suoi compagni Mauro Cammardella e Mauro Tancredi i cui corpi sono stati recuperati ieri dai soccorritori (uno dei quali ha avuto un malore); i tentativi per portarlo in superficie ricominceranno questa mattina già dalle prime ore dell’alba. Sulla tragedia che ha portato alla morte i tre sub che si erano immersi venerdì mattina nelle acque dove vi è la Grotta della Scaletta vuol vederci chiaro la magistratura (sono stati ripresi i luoghi ed i corpi dei sub, si vuole controllare, ad esempio, se sia stato rispettato il tragitto comunicato alle autorità). Era stata proprio la figlia di Mauro Cammardella, l’istruttore molto amato a Palinuro, a chiedere di non smettere le ricerche fino a quando i corpi dei tre sub scomparsi non sarebbero stati recuperati, parlando con il comandante della Guardia costiera, Andrea Palma. E il corpo di Cammardella è stato il primo a essere recuperato, intorno alle 11. Un paio d’ore dopo, è toccato a Mauro Tancredi. Il terzo sub non lo abbiamo individuato fisicamente ma abbiamo ragione di pensare che si trovi in un cunicolo già studiato”, dice Giovanni Nanni, direttore regionale dei Vigili del Fuoco. Corpi portati prima a Casalvelino e poi nell’ospedale di Vallo della Lucania per il riconoscimento da parte dei familiari e per l’autopsia. Operazione di recupero difficile, complessa, nel corso della quale un giovane vigile del fuoco di Roma, uno speleosub di 30 anni, ha dovuto fare ricorso anche alla camera iperbarica per un principio di embolia. Difficoltà e complessità di accesso a causa del limo nel cunicolo che “genera sospensione e che rende la visibilità pari a zero” come ha spiegato ancora Giovanni Nanni. Ma cosa è accaduto venerdì mattina? Secondo alcune indiscrezioni sembrerebbe che i tre sub non avessero steso la ‘sagola’ (una sorta di Filo di Arianna) lungo la grotta. Era presente, almeno ad una prima ispezione, una vecchia corda lungo la parete, ma questa non copriva tutto il tragitto. In ogni caso bisognerà esaminare le strumentazioni dei tre per capire cosa sia realmente avvenuto. Certo è che non erano novellini, tutt’altro. Mauro Cammardella, responsabile del Centro diving, era apprezzato per la sua competenza ed esperienza così come Mauro IL RICORDO Intanto riprenderanno questa mattina le ricerche per portare a galla l’ultimo dei tre corpi: quello di Silvio Anzola Tancredi. Ugualmente esperto era Silvio Anzola. Una delle ipotesi è che quest’ultimo si sia allontanato mostrando difficoltà ed i suoi amici per soccorrerlo siano rimasti a loro volta coinvolti in un incidente. Incredulità e stupore non scompaiono dai volti di amici e conoscenti delle vittime. Scrupoloso, conoscitore meglio di chiunque dei fondali della sua terra: così Mauro Cammardella viene ricordato da chi lo ha conosciuto. Nessuno riesce a credere ad una possibile disattenzione da parte del titolare del diving Mauro Sub. “Lo conoscevo benissimo – dice Fortunata – Era un uomo di grande esperienza, meticoloso, anche con le attrezzature. I due amici con lui facevano immersioni da anni ed erano anche loro molto esperti”. Secondo Alessandro, Cammardella e Mauro Tancredi “conoscevano quei fondali e quelle grotte come casa loro, facendo immersioni tutti i giorni dell’anno. Il diving di Cammardella vantava cinque stelle, non faceva mai immersioni azzardate, ma sempre curate nei dettagli. Tutti coloro che li hanno conosciuti hanno perso un pezzo di cuore.” Anche durante la giornata di ieri l’attività sarà coordinata dalla Capitaneria di Porto diretta dal tenente di vascello, Andrea Palma. Sul posto anche il comandante provinciale dei Vigili del fuoco, Emanuele Franculli. All’interno della grotta è stato disteso già da ieri un cavo guida per facilitare l’ingresso degli speleologi ma, soprattutto, l’uscita, data la difficoltà.