Nocera, resta in carcere Gambardella - Le Cronache Cronaca
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Nocera, resta in carcere Gambardella

Nocera, resta in carcere Gambardella
Nocera Inferiore. Resta in carcere (come altri 3) Stefano Gambardella ritenuto in organico al clan dedito alle estorsioni agli imprenditori: il 42enne nocerino segnalava alle cosche di Giugliano ‘o minorenne e Fezz/DeVivo di Pagani gli industriali da taglieggiare. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Salerno respingendo il ricorso presentato dai difensori (Giovanni Annunziata e Gregorio Sorrento). Resta quindi in cella l’industriale impegnato nel settore della plastica presso l’area di Fosso Imperatore a Nocera Inferiore.  Il 42enne è accusato dall’Antimafia di essere quindi parte del clan di Rosario Giugliano, l’ex 63enne sicario della Nuova Famiglia e oggi collaboratore di giustizia, che si era federato con il clan Fezza-De Vivo di Pagani. L’imprenditore avrebbe consentito le infiltrazioni del gruppo dell’ex boss di Poggiomarino nel comparto industriale di Nocera, convocando le vittime anche nel suo ufficio da sottoporre ad estorsione. Lunedì si va nuovamente al Riesame per altri 19 (su 32 indagati) coinvolti nel blitz di una ventina di giorni fa. Altri 3 che hanno fatto ricorso, seppur con posizioni più marginali, restano in cella. Sfileranno davanti al collegio presieduto da Gaetano Sroai  tra gli altri Vincenzo e Daniele Confessore esponenti di spicco della cosca della Lamia.  Il prosieguo dell’inchiesta culminata il 10 giugno scorso con la sentenza di condanna per il primo filone di indagini, corroborata anche dalle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, che ricoprivano nell’ambito dell’organizzazione mafiosa di appartenenza un ruolo apicale e che hanno deciso tale percorso, ha permesso di ricostruire, uno stretto reticolo di alleanze intessuto da Rosario Giugliano anche con esponenti di spicco appartenenti ad altri gruppi camorristici, operanti su territori limitrofi, per perseguire interessi criminali convergenti che spaziano dallo spaccio di significativi quantitativi di sostanze stupefacenti, al controllo egemonico del territorio attraverso attività estorsive ai danni di imprenditori e commercianti nonché all’infiltrazione nel tessuto economico locale co l’appoggio di Gambardella che costituiva il collettore dell’attività estorsiva dell’organizzazione in danno degli altri imprenditori concorrenti, costretti a pagare al clan cifre fino da 4000 euro al mese fino a 70mila. Il neo melodico Rosario Manzella detto Zuccherino di Pagani e figlio adottivo di Giugliano e Salvatore Iervolino di Poggiomarino sarebbero stati gli esattori delle richieste estorsive formulate nei confronti degli industriali di Fosso Imperatore che per la procura (e per il Riesame) sarebbero stati “segnalati” ai clan proprio da Gambardella.

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