Nocera Inferiore/Pagani. “La condotta dei medici è stata appropriata al quadro clinico con corretti interventi farmacologici, supporto ventilatorio, sequenza temporale di esecuzione a fronte di un quadro clinico ad insorgenza in epoca fetale del tipo irreversibile”. E’ il sunto dell’esito dell’autopsia effettuata sul corpo di una neonata deceduta in ospedale a Nocera Inferiore il 7 gennaio dello scorso anno (13 ore dopo essere venuta alla luce) per la quale cinque medici sono finiti sul registro degli indagati (4 dell’ospedale di viale San Francesco) incluso il ginecologo privato che per quasi 9 mesi ha avuto in cura la giovane madre che il 6 gennaio 2024 aveva dato alla luce la sua bambina con un parto cesareo urgente. L’equipe medica nominata dalla Procura rappresentata da Giovanni Zotti, Maria Corbo e Giuseppe de Masellis ha escluso colpe dei camici bianchi per quel decesso che sarebbe avvenuto a causa di un’infezione delle membrane amniocoriali “di cui non è stato possibile effettuare una diagnosi in epoca antenatale”. Il padre della piccola, assistito dall’avvocato Giovanni Pentangelo, aveva presentato una denuncia nella quale aveva ricostruito l’intera gravidanza della fidanzata a partire dall’aprile scorso. Una gravidanza seguita dal ginecologo che lavora nello stesso reparto dell’ospedale nocerino dove la piccola era nata e che non avrebbe dato luogo a particolari problemi. Il professionista curante aveva anticipato ai due giovani (domiciliati a Pagani) che la bambina sarebbe venuta alla luce con parto naturale intorno al 4 di gennaio 2024. Proprio la notte di quel giorno la ragazza ha iniziato ad avvertire dei dolori addominali ed è stata portata subito in ospedale, ma, secondo il racconto del padre, la fidanzata sarebbe stata rassicurata e fatta rincasare. Verso le ore 10 dello stesso giorno i dolori divennero più forti e i due sarebbero ritornati in ospedale: nuova vista ed esami, nessun problema riscontrato, ancora dimissioni e rientro a casa. Nella tarda mattinata i dolori sarebbero aumentati e, preoccupati, i due giovani, nel primo pomeriggio, erano tornati in ospedale e questa volta la ragazza è stata ricoverata. Il 5 gennaio, la partoriente sarebbe stata sottoposta, a detta del compagno, ad una manovra invasiva che avrebbe provocato la rottura del sacco amniotico quindi un nuovo tracciato all’Epifania avrebbe rivelato una tachicardia fetale, da qui la corsa in sala operatoria e il parto cesareo alle 17.41. Quindi il ricovero in Rianimazione e dopo 13 ore il decesso. Ora l’esclusione di colpe da parte del Ctu.Si attende la mossa della Procura e quella del legale che assiste la famiglia.
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