di Andrea Pellegrino
Potrebbe costare oltre 1 milione di euro la mancata realizzazione della Torre T2 del Crescent, tagliata dal progetto dopo l’ultimo parere della Soprintendenza di Salerno. La Torre avrebbe dovuto ospitare la sede dell’Autorità Portuale di Salerno, oggi affittuaria di parte del palazzo di rappresentanza della Camera di Commercio di Salerno. A trascinare Authority e Comune di Salerno in Tribunale è stata la Russo Costruzioni, aggiudicataria dell’appalto per la realizzazione dell’edificio pubblico di Santa Teresa disegnato da Bofill. Un contratto da quasi 4 milioni e mezzo di euro con un cantiere già avviato, con tanto di posa della prima pietra. Fino alla decisione dell’ex soprintendente di Salerno, Gennaro Miccio, che di fatto – dopo l’annullamento della precedente autorizzazione paesaggistica ad opera del Consiglio di Stato – tagliò nettamente le due torri pubbliche (una delle quali destinata, appunto, all’Autorità Portuale) e abbassò di qualche centimetro l’altezza dell’emiciclo, oggi quasi al completo ad eccezione dal settore affidato alla Sist di Chechile (ex Jolly Hotel). Un conto di oltre 1 milione e 200 mila euro, quello presentato da Russo Costruzioni e portato direttamente all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Un processo già partito che potrebbe fermarsi a seguito della volontà di transazione espressa da tutte le parti. Sul piatto il Comune di Salerno, tirato in ballo a seguito della ridefinizione del progetto, ha messo circa centomila euro che dovrebbero essere destinati all’Autorità Portuale come somma forfettaria per quanto di competenza, relativamente alla mancata realizzazione della Torre a seguito di una variante al Pua di Santa Teresa. Entro febbraio il nodo dovrà essere sciolto. Ad inizio anno, infatti, sono calendarizzate le ultime udienze prima della definizione del giudizio. Transazione o no, la mancata realizzazione della Torre pubblica del Crescent, costerà cara alle casse pubbliche degli enti coinvolti: ossia Comune di Salerno e Autorità Portuale.