Pina Ferro
Quando nel reparto di ginecologia e ostetricia e al nido sono arrivati i carabinieri del Nas e quelli del nucleo operativo nei corridoi si parlava di un bimbo non riconosciuto nato da poche ore e si ipotizzava una tentata sottrazione di minore per chissà quale motivo. Pochi minuti di indagini ed il quadro è stato molto più chiaro e la notizia ha assunto contorni ben diversi. Protagonisti della vicenda una donna, trentenne, di San Giuseppe Vesuviano e due uomini, di cui uno presumibilmente il papà del neonato. La donna ha partorito al Ruggi, con taglio cesareo, pur non avendo presso la struttura ospedaliera un ginecologo di fiducia. E, nei mesi precedenti al parto, in più occasioni, si è fatta ricoverare presso il reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di via San leonardo. Accanto a lei, pare, che vi fosse sempre la stessa persona: un ragazzo ebolitano che probabilmente era il fidanzato o, si pensava, il padre della creatura che la donna portava in grembo. Convinzioni che non hanno trovato certezze quando al momento del parto il ragazzo eburino è sparito per cedere il posto ad un altro uomo: un egiziano che secondo indiscrezioni avrebbe poi registrato il piccolo. C’è anche chi sostiene che il bimbo ancora non sarebbe stato registrato. Fatto sta che la confusa situazione che si è venuta a creare ha portato in ospedale i carabinieri del Nucleo antisofisticazione diretti dal maggiore Vincenzo Ferrara che quasi mimetizzandosi tra l’utenza, hanno avviato la procedura per fugare i dubbi. Al termine dell’attività investigativa durata circa sette ore, i militari del Nas hanno denunciato la donna e l’egiziano per alterazione di stato. Dai controlli effettuati su soggetti protagonisti della vicenda è emerso che sia la donna che il presunto fidanzato italiano sono già noti alle forze dell’ordine. L’intera vicenda è stata sottoposta è stata riassunta in una informativa che questa mattina sarà depositata in Procura all’attenzione del magistrato che ieri ha seguito tutte le operazioni dei Nas. Intanto, il piccolino non può lasciare la struttura in alcun modo almeno fin quando non si farà chiarezza, sull’intera vicenda che presenta ancora numerosi lati oscuri. Dovrà essere la stessa donna a fornire agli investigatori le informazioni necessarie a poter ben delineare l’intera vicenda. Intanto nel reparto nella giornata di ieri non si parlava d’altro. Ognuno dava una propria versione e ognuno un proprio giudizio. Ora terminate le chiacchiere e le ipotesi la parola passa al magistrato che dopo aver letto l’informativa dei carabinieri dovrà decidere su quali provvedimenti adottare.