
di Aldo Primicerio
Ci è sempre piaciuto osservare gli eventi della realtà e della vita intorno a noi e coglierne un tratto comune, indentitario. Ed in questi giorni lo abbiamo individuato, almeno ci sembra, in tre fenomeni che dominano la nostra attenzione. Perché mai? Perché al centro di ognuno di quelli c’è l’”io”, la scoperta di sé, l’individualismo che, se diventa sfrenato, poi deraglia verso l’egoismo e la negazione della solidarietà.
Neoliberismo, Sanremo Festival, Paragon. Sono i tre epigoni dell’io
Quindi i 3 fenomeni. Il primo è il neoliberismo. Di cui tutti parlano e che oggi i più condannano. E’ quel pensiero economico fondato sul concetto che ogni essere umano sia una fredda macchina calcolante, priva di affetto e di pensiero. Il secondo fenomeno è Sanremo. E ce ne chiediamo subito il motivo. Perché è il Festival dell’”io”, come lo definisce anche Alex Corlazzoli. Quest’anno Sanremo è la kermesse dove c’è chi canta la propria madre, la propria figlia, se stesso come primo, e non certamente gli “altri” che poi diventano gli ultimi. Il terzo fenomeno è Paragon, la società israeliana proprietaria di un software che avrebbe spiato membri della società civile e giornalisti. Un giallo difficile da comprendere. Al cui centro – dopo lo scandalo Almasri – sembra esserci ancora il governo italiano che, come scrive la rivista Wired, avrebbe subito dato l’impressione di insabbiare la vicenda. Alla Camera, infatti, Meloni, Nordio e Piantedosi – sempre loro le tre figure chiave – si sarebbero sottratti al confronto alla Camera con le opposizioni, mandando allo sbaraglio Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento. Ma perché il governo? Perché Paragon, si pensi, aveva un contratto con il nostro governo. Per un obiettivo positivo e lodevole, certo, quello di tutelare la sicurezza nazionale dalla minaccia di hacker e di spyware, che ormai sono diventati l’incubo della nostra vita quotidiana. Ma, come abbiamo letto, se si è ben capito, avrebbe finito con lo spiare in Europa una novantina di persone della società civile, di cui 6 in Italia. Tra loro, Francesco Cancellato – direttore di Fanpage, una rivista assai critica nei confronti del governo di centrodx – e Luca Casarini, attivista impegnato con le Ong che salvano i migranti, al pari dei giornalisti l’ossessione della maggioranza. Insomma un caso politico. Al cui centro – come scrive Luigi De Magistris – non la sicurezza nazionale, ma, chissà, forse solo il proprio “io politico”, il tornaconto dell’”io maggioranza”, cioè il consenso ed i voti.
1 – Il neoliberismo dovunque, re non solo delle nostre attività ma anche del nostro pensiero
Infatti, come scrive anche Luigi Gallo, il neoliberismo ha preso il controllo globale, e non solo delle merci, dell’informazione, dei posti di lavoro, della politica. Perché poi, con la complicità dei devices tecnologici come smartphone e social network, ha preso il controllo anche delle nostre abitudini, del nostro cervello e quindi del nostro pensiero. Poi ancora, da qualche tempo vi si è aggiunta anche l’intelligenza artificiale che – grazie ai dati personali che ognuno di noi lascia in rete – aiuta l’umano a selezionare gruppi omogenei di clienti consumatori. E così siamo passati dalla società post-industriale – quella in cui le vecchie fabbriche lasciano il posto a laboratori, centri di ricerca, scuole, università, strutture per il tempo libero – alla società della manipolazione, che da consumatori razionali e pensanti ci ha trasformato in consumatori ossessivi-compulsivi-maniacali. Di qui la logica diventata religione del profitto e delle diseguaglianze. Eppure, se ci svegliassimo, potremmo sempre realizzare una società diversa. Chissà, anche tornando un po’ indietro nel tempo, magari al pre-berlusconismo. Pensiamoci e, se possibile, facciamolo.
2 – Sanremo 2025, il Festival dell’”io”, dei conformisti e dei perbenisti
Lo scrive mirabilmente anche il maestro e giornalista Alex Corlazzoli. Se si leggono i testi delle canzoni dei 29 cantanti, il 95% canta sua madre, sua figlia, la propria malattia, o canta se stesso. Si dà voce ad emozioni, viaggi, avventure. Insomma si esaltano le leggerezze, ed i primi, ma non gli ultimi, i 9 milioni di italiani poveri, i detenuti caduti in errore, i dormi-in-auto, i migranti tra cui tanti bambini e le donne che affogano in mare nella speranza di una vita migliore. Eppure Cristicchi vinse Sanremo nel 2007 con Ti regalerò una rosa, in cui il protagonista con problemi psichici scrive all’amata dalle buie celle di un manicomio. E De Andrè? Che cantava la guerra, le carceri, il suicidio dietro le sbarre, i drogati? E Morandi, Venditti, Ramazzotti, che preferiscono cantare gli altri? Ma chissà, ripensandoci, forse hanno ragione proprio gli autori dei testi di questo Festival 2025, che premiano allegria, socievolezza ed estroversione. Perché l’attualità, “gli altri” non esistono. Perché vengono dopo il “me” e l’”io”.
3 – Paragon, il giallo degli spiati, dei silenzi, e delle assenze. Il giallo che forse non sarà mai spiegato
Sì, forse resterà un giallo. Su cui sicuramente qualcuno ci farà un film, e dove la soluzione la inventeranno lo sceneggiatore ed il regista. Tra gli spiati, il direttore della rivista Fanpage? Che scrive spesso scomode inchieste sul partito di maggioranza? E l’attivista delle Ong Casarini, che aiuta i migranti invisi sempre allo stesso governo di dx? E qui lasciamo spazio ad intuizione ed immaginazione di chi ci legge, invece che lanciarci verso improbabili interpretazioni che potrebbero anche essere errate. Resta eloquente la decisione di Giorgia (non la cantante, ma il Presidente) di delegare. Come con Nordio e Piantedosi nelle loro ridicole e controverse dichiarazioni alla Camera sul caso Almasri, questa volta con Luca Ciriani ministro dei Rapporti con il Parlamento. La parola d’ordine è sporgere querela contro chi insinua che il governo abbia utilizzato Paragon o corpi dello Stato per spiare giornalisti o personaggi scomodi con gli “zero-click”, cioè spyware che su Whatsapp, per infettare, non hanno bisogno che qualcuno clicchi su qualche link.
Chi vuole, scelga la sua conclusione, la morale di quel che accade. Chissà, forse al giorno d’oggi per avere i consensi e per governare, non va bene che si lasci scriver troppo, parlar troppo, attivarsi troppo, o volgersi troppo verso gli altri. Meglio starsene tranquilli, con l’”io” al centro e con il via libera… alle canzonette di Sanremo.