Ieri mattina nel salone del Gonfalone di Palazzo di Città la presentazione del cartellone che si svolgerà al teatro Augusteo dal 28 al 30 maggio. Noreda Graves, Rosalia de Souza e Sergio Cammariere le stelle della XII edizione della tre giorni di musica
di Olga Chieffi
La Salerno musicale, ieri mattina si è riunita nel Salone del Gonfalone del Palazzo di Città per la presentazione della XII edizione del Salerno Jazz Festival, uno dei fiori all’occhiello della produzione del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci”. Ospite del Sindaco Enzo Napoli, Imma Battista, unitamente Presidente del C.d.A. Aniello Cerrato, ha illustrato la tre giorni, che catalizzerà l’attenzione dei jazzofili su di un cartellone che dal 28 al 30 maggio si svolgerà sull’abituale palcoscenico del Teatro Augusteo. Una tre giorni di musica, che ci porta a citare il grande Barilli “Quando la stagione teatrale è nel suo pieno sviluppo, il critico è come il somarello che, sotto la frusta trotta col suo taccuino da uno spettacolo all’altro, industriandosi di comporre una frase, di definire un ricordo, di masticare una recensione”, così per far eco al sindaco che si troverà a spaziare dal Teatro Verdi con le due repliche della Cenerentola rossiniana, alla chiesa di San Giorgio, con la seconda uscita della Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno e la pianista Salome Jordania per “Benedetta Prima…vera!”, a chiusura di un maggio musicale e, intendiamo fermarci esclusivamente a questa arte, con un carnet accorsatissimo. Taglio del nastro Salerno Jazz&Pop Festival con le due prime serate ad ingresso gratuito, il 28 maggio alle ore 21, con Noreda Graves una delle voci soul più apprezzate d’America, sostenuta dal Guglielmo Guglielmi & Martucci New Jazz Generation, la quale donerà uno spettacolo sottile e delicato nella sua forza interpretativa che troverà a tratti sfumature comiche capaci di ridurre le vicinanze tra il palco e il pubblico stesso, spaziando tra blues, funk e soul, non dimenticando le sue origini gospel che maggiormente la caratterizza, solista di due dei cori più importanti al mondo “The Anthony Morgan Inspirational Choir of Harlem” e “Harlem Gospel Choir”. Ed il motivo è presto detto perchè Noreda fa dello strumento per eccellenza, la voce, il proprio punto di forza nel trasmettere passione ed emozione, la sua storia e quella dei pezzi interpretati, capaci di riaccendere le emozioni del pubblico totalmente coinvolto dalla sua esibizione, spaziando per il pubblico salernitano da Quincy Jones a John Lennon. Il 29 maggio ritorna a Salerno Marco Zurzolo, in Romantic BeBop che avrà quale prestigiosa ospite l’inconfondibile voce della signora della bossa, Rosalia De Souza. In programma, naturalmente, sono previsti i grandi successi della discografia di Rosalia De Souza, artista carioca di nascita ma italiana di adozione, da anni al vertice della scena jazz. La cantante dall’intenzione musicale melodiosa e raffinata, darà vita ad un concerto che fonde, sapientemente, la bossa nova col jazz e il funk, le sonorità elettroniche e quelle strumentali. Un programma musicale che mixa in maniera originale sonorità antiche e moderne, arricchite dai virtuosi giochi vocali della cantante e dalla maestria dei musicisti che l’accompagnano, che porranno a confronto la musica della nostra tradizione con quella brasiliana. Matrici carioca per un canto sempre sinuoso, avvolgente, carico di sviluppi e di scotimenti ritmici, che vola attraverso la molteplicità e la varietà dell’invenzione, la suggestione dei suoi momenti lirici, che sfoceranno nell’omaggio al sentire partenopeo, schizzando una cartografia musicale che sovvertirà le certezze, invece di fissare coordinate precise. Niente è più fluido ed evocativo di un paesaggio acustico, perché dai suoni trapelano storie, con la loro densità affettiva e la loro costitutiva eccedenza, rispetto al tempo e ai luoghi. Finale lunedì 30 maggio con il Sergio Cammariere Quartet, composto da Daniele Tittarelli al sax soprano, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria, per un concerto che riproporrà al pubblico salernitano, non solo i brani più amati del cantautore calabrese ma anche nuove creazioni, frutto di una ricerca musicale in continua evoluzione assieme ai pezzi dell’ultimo lavoro discografico dal titolo “La Fine di tutti i guai”. Questo, e altri, sono i punti di forza, la punta della piramide di Sergio Cammariere, fattosi conoscere al grande pubblico anche attraverso la sua partecipazione sanremese di diversi anni fa, dove con quella sua “Tutto quello che un uomo”, ha subito mostrato le proprie qualità, imponendosi nell’ambiente musicale a grande livelli. Il concerto permetterà agli artisti e pubblico di allinearsi all’unisono, viaggiare con i sensi e la mente in un mondo fantastico. Il cantautore e musicista calabrese (classe 1960, di Crotone) mette al servizio della sua esibizione il cuore, e lo svela pian piano, con moti e poche parole, si alterneranno alcune tra le sue più felici composizioni, come “Nessuna è come te”, “Le porte del sogno”, introspettiva struggente, poi “L’amore non si spiega”, che fa girare il mondo, ed è sacrosanto, “Per ricordarmi di te”. Una musica di dolci note, ma possenti, dove l’amore è al centro di tutto come l’uomo, la persona, il gioco della vita. Tutto è suono pulito, leggero, eseguito con una tecnica da super trio, dove ogni inizio brano e ogni parte finale si allacciano quando affonda le sue dita nei bianchi e neri tasti dello strumento. Le atmosfere ovattate, passeranno per “Tempo perduto”, “Padre della notte” e ancora a solo “Le note blu”, “Controluce”, e “Mano nella mano”, per ritornare allo scherzo musicale di “Cantautore piccolino” (messo di fronte a Paoli Gino, e l’autoironia è travolgente). Ad arricchire i testi, vere e proprie poesie, è un’approfondita ricerca del suono, attraverso cui gli arrangiamenti proposti acquisiscono un elevato grado di raffinatezza. Sonorità, atmosfere crepuscolari, suadenti dolcezze d’amore, soffusi e impalpabili ricordi, appunti di viaggi verso altre terre scritti quasi sul notes del cuore, improvvise nostalgie, la dolce malinconia intrisa di ritmo sud americano, pensieri densi e senza meta ma certi che una meta possibile esiste ed è la libertà stessa dell’uomo, attraverso il linguaggio delle note e dell’arte tutta.