«Napoli non è il nostro sindaco» - Le Cronache
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«Napoli non è il nostro sindaco»

«Napoli non è il nostro sindaco»

Erika Noschese

Un incontro tutt’altro che pacifico quello tenutosi ieri mattina, al secondo piano di Palazzo di Città, tra il sindaco Enzo Napoli ed una delegazione del comitato Salute e Vita, presieduta da Lorenzo Forte. L’amministrazione comunale ha infatti reso noto che non si costituirà parte civile – a dispetto di quanto deciso dai Comuni di Pellezzano e Baronissi che dovrebbe avvenire nella prima udienza – nel processo a carico delle fonderie Pisano la cui udienza è in programma domani presso il tribunale di Salerno. Nel corso dell’incontro, Forte ha minacciato il sindaco Napoli di occupare il Comune e dal canto suo, il primo cittadino ha dichiarato di essere intenzionato a monitorare il processo ed essere presenti ed attivi nel corso della Conferenza dei Servizi in programma il prossimo 10 ottobre. «Ci sono cose più tecniche dove abbiamo ottenuto risultati ma la cosa che ci amareggia profondamente è la volontà dell’amministrazione comunale di non costituirsi nel processo del 3 ottobre né nella prima udienza – ha dichiarato Lorenzo Forte al margine dell’incontro – La mancata costituzione a questo processo significa un atto politico di stare con l’imprenditore che ha danneggiato l’ambiente e la vita delle persone». Per il presidente del comitato Salute e Vita, dunque, il sindaco vorrebbe solo limitarsi a monitorare il processo per poi intervenire solo, eventualmente, in fase civile. «Noi contestiamo gravemente e fortemente questa questa decisione», ha poi aggiunto Forte, augurandosi che il sindaco possa cambiare idea, per tutelare i suoi concittadini e costituirsi così parte civile, sulla scia della decisione del Comune di Pellezzano, di Baronissi e del vice presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola. «Un atto del genere significa che non è il nostro sindaco», ha poi aggiunto Forte. L’avvocato Franco Massimo Lanocita ha spiegato dunque che la posizione del Comune è senza dubbio legittima «ma è una posizione che non è opportuna. Politicamente, da un punto di vista del comitato, ci si aspettava una costituzione di parte civile. Altri enti che non hanno sul loro territorio l’inseidamento che viene messo in discussione si costituiranno parte civile ed il Comune capoluogo ha deciso di non farlo. E’ tutto legittimo ma sicuramente amarezza, incomprensione, inopportunità sono di tutta evidenza». L’avvocato ha spiegato che è stato raggiunta un’intesa interessante circa la presenza all’interno della conferenza dei servizi, sulla verifica dell’Aia e di tutto il procedimento, assente in prima battuta mentre sarà presente il 10 ottobre. All’incontro con il comitato erano presenti anche gli assessori De Maio e Caramanno. E proprio quest’ultimo ha dichiarato che è stato ritenuto opportuno incrementare la soglia dell’attenzione, rispetto ad alcune problematiche che «non sono di diretta competenza tecnica del sindaco ma vanno spinte ulteriormente, fermo restando che noi parteciperemo alla Conferenza dei Servizi. Facciamo tutto ciò che dobbiamo fare ed il sindaco si è impegnato in prima persona a fare tutto ciò che occorre fare per far sì che chi è competente scriva tutto ciò che è giusto sapere nell’interesse dei cittadini». Il sindaco Enzo Napoli si è invece detto amareggiato per l’incontro con Forte, tutt’altro che sereno: «Il sindaco non può fare degli atti scomposti, può fare degli altri qualora siano supportati in sede tecnica, in modo corretto», ha dichiarato Napoli, spiegando che l’azione richiesta circa la chiusura delle Pisano è «un’azione che mi si richiede ed è proditoria per come mi viene richiesta perchè io ho competenze specifiche che posso far valere ma sulla scorta di supporti tecnici-giuridici che competono ad altri enti». Napoli sembra però essere intenzionato a chiedere delucidazioni in ordine a quanto disposto anche dalla Regione Campania pur non potendo disporre la chiusura dello stabilimento. Il sindaco ha inoltre spiegato che non sarà possibile costituirsi parte civile in virtù di un documento di riferimento approvato in giunta, un atto di indirizzo, che prevede solo il monitoraggio dei processi e nel caso si faranno valere le prerogative in sede civilistica. «Non possiamo chiudere e non possiamo fare azioni che possano in qualche modo mettere in essere difficoltà per un importante numero di lavoratori del comune di Salerno ed altre zone – ha poi aggiunto Napoli – Il nostro è un atteggiamento sereno, prudente e severo se serve». Il primo cittadino si è poi detto dispiaciuto per le parole di Forte che ha minacciato l’occupazione del Comune di Salerno: «E’ un’azione che qualora dovesse essere fatta avrà ripercussioni, come per legge ma è brutta la minaccia. Io non credo che questo giovi all’intelligenza degli atti né a nessuno e se lui ritiene che in questo modo si possa fare propaganda sguaiata sbaglia».