Mussolini illusionista - Le Cronache Attualità
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Mussolini illusionista

Mussolini illusionista

di Rino Mele

Più che un uomo politico è stato un illusionista da circo, ha ipnotizzato un popolo che veniva dolorosamente fuori da una guerra orrenda, quasi un milione di morti (compresi i mutilati, i mal sopravvissuti alla guerra, morti senza morirne). Mussolini iniziò facendo cadere in ridicola ipnosi il re che il 27 ottobre 1922 avrebbe potuto fermare lui e la sua Marcia su Roma, se avesse permesso al Presidente del Consiglio Luigi Facta di dichiarare lo stato d’assedio e bloccare la surreale eversione fascista, ma Vittorio Emanuele III mandò via Facta che si era inutilmente presentato per la firma dell’urgente documento. Facta si dimise immediatamente. Fu una comica tragedia: il re invece di far arrestare Mussolini, il giorno dopo, 28 ottobre 2022, lo nomina Presidente del Consiglio. Passeranno solo due anni e, con l’omicidio di Giacomo Matteotti segretario del Partito Socialista Unitario – un delitto politicamente progettato, e con insana superbia attribuito dal duce alla propria responsabilità – ebbero definitivamente termine le garanzie democratiche dello Stato. Quel lunghissimo giorno di follia dell’impaurito re (iniziato il 27 ottobre 1922) terminerà soltanto ventitré anni dopo, con la liberazione delle grandi città del Nord nella primavera del 1945. Ma non tutto è passato: impaniati in quel nefasto periodo, siamo ancora col naso in su a veder volare gli acrobati. Mussolini divenne presto un mito. Qualche giorno dopo il tentativo, a Bologna, di ucciderlo da parte del giovinetto Anteo Zamboni (trucidato subito dalla folla) – il 31 ottobre 1926, giorno di festa per i quattro anni della “Rivoluzione fascista” – il cardinale Ascalesi durante il Te Deum di ringraziamento per lo scampato pericolo del duce, disse nel Duomo di Napoli parole apparentemente innocenti, profondamente assurde per un ecclesiastico (riportate allora dal “Corriere degli Italiani”) chiamando in campo, nella fortuita salvezza del dittatore, Dio: “Per la quarta volta la Provvidenza ha salvato la Sua vita, quindi vi è qualche destino che per Lui deve compiersi: pel bene della nostra Italia e forse del mondo intero”. Intanto, in quest’inizio d’ottobre 2024 è stato appena edito (da Rizzoli) “Benito” di Giordano Bruno Guerri (che proprio ieri, su “Repubblica”, in un intervista a Concetto Vecchio che gli chiedeva “Lei è di destra?” ha risposto: “Sì, ma di una destra libertaria “). Vediamo come Bruno Guerri racconta il drammatico episodio e l’orrore tribale del linciaggio di Anteo Zamboni: “Mentre l’auto rallentava a una curva, dalla folla un colpo di pistola graffiò l’abito del duce e si conficcò nella portiera. Subito un nugolo di militari e squadristi si gettò sul quindicenne Anteo Zamboni, che venne macellato a colpi di pugnale”.

(23 febbraio 1917. Prima guerra mondiale: il caporalmaggiore Benito Mussolini, per lo scoppio di un lanciabombe viene ferito dalle schegge. Subisce vari interventi chirurgici. Durante il ricovero, è promosso sergente) (foto)