A cominciare da domani e fino al 19 agosto il cielo di Paestum e Velia farà da cornice alle grandi stelle della musica italiana, protagoniste della rassegna “Musica & Parole”. Sette serate da assaporare tra i maestosi resti archeologici del Parco, dove arte, storia e cultura si fondono per dar vita ad una serie di aperture serali straordinarie. Il via sarà dato dall’Orchestra Mediterranea diretta dal Maestro Antonello Cascone. Il 9 agosto sarà la cantante di origini israeliane Noa ad esibirsi tra le colonne doriche del Tempio di Nettuno, che il 18 agosto faranno da sfondo anche al concerto di Ron. A Velia il 30 spazio a Serena Autieri, attrice. Il 13 agosto sarà la volta di Mario Biondi, la voce più black della musica italiana mentre il 17 si esibirà l’Orchestra Alla scoperta di Ennio Morricone. Gran finale il 19 agosto con una delle voci più amate della canzone napoletana, quella di Sal Da Vinci.
Una serie di eventi fortemente voluta dalla direzione del Parco Archeologico di Paestum e Velia, come si evince dalle parole della direttrice Tiziana D’Angelo.
Partiamo dal principio: cosa vuol dire “Musica e Parole”?
“È una rassegna. La nostra rassegna artistica, quindi il nostro fiore all’occhiello. Musica e parole, per l’appunto, da una parte c’è ovviamente un riferimento agli artisti contemporanei e quindi ai concerti. Dall’altra, c’è un riferimento al fatto che è molto più che solo musica. Sono delle parole che davvero viaggiano attraverso la storia, attraverso il tempo e lo spazio. L’intento di questa rassegna è quello di creare una reciproca valorizzazione tra il nostro patrimonio archeologico, culturale, antico e ovviamente forme di arte contemporanea. In questo modo, cerchiamo anche di creare una sorta di nuovo contesto in cui vivere il nostro patrimonio”.
Ci sono grandi nomi della musica italiana che riescono a parlare a varie generazioni all’ombra di quello che è un patrimonio artistico e storico…
“L’intento è proprio quello di creare un ponte generazionale. Attraverso la selezione di artisti di grande versatilità e di calibro straordinario ma attraverso diversi generi musicali. Avremo artisti che riescono a parlare a diverse fasce di pubblico per età. L’obiettivo è soprattutto quello di rivolgersi a tutti, essere più inclusivi possibili, intercettare diverse fasce, diversi segmenti di pubblico e trasformare il parco archeologico in uno spazio anche di incontro intergenerazionale in cui la cultura contemporanea, in un certo senso, unisca all’ombra del patrimonio antico”.
Altro obiettivo è sicuramente quello di unire quanto più possibile le due aree archeologiche di Paestum e di Velia…
“Entrambi hanno una propria identità. È vero, entrambe sono state delle colonie magnogreche, entrambe hanno vissuto un’interessante fase di vita romana, ma hanno delle loro specificità a livello storico, archeologico, anche naturalistico. Noi vogliamo mantenere quindi questa identità, ma al tempo stesso consolidare questo rapporto, mostrare come in un certo senso siano anche dei luoghi complementari, seppur delle esperienze molto differenti. La rassegna “Musica & Parole” in tal senso li unisce attraverso la valorizzazione delle loro identità molto specifiche. Unirle per superare quei quaranta chilometri che le separano. Quindi, anche in questo caso, avremo su sette serate della nostra rassegna, tre alla area di Paestum che si svolgeranno a di fronte al colonnato settentrionale del tempio di Nettuno e le restanti che si svolgeranno a Velia nella città bassa con sullo sfondo l’Acropoli e la meravigliosa torre medievale”.
Possiamo già tracciare un primo bilancio della Sua direzione del Parco Archeologico di Paestum e di Velia che possono essere considerate come due lati della stessa medaglia?
“Prospettiva interessante da cui analizzare il caso specifico del nostro parco. Una realtà che ha due siti molto importanti che hanno avuto anche una storia di riscoperta moderna molto differente. Partiamo dalla riscoperta del Grand Tour di Paestum, già dal ‘700, a una Velia che invece viene scoperta più tardi. In parte, un interesse verso Velia c’è già dall’800, ma poi solo attraverso gli scavi stratigrafici del ‘900 che la città torna gradualmente alla luce. Noi abbiamo lavorato molto nell’ultimo anno e ricordiamo che Velia è stata dotata di autonomia speciale ed è stata annessa al parco archeologico di Paestum nel 2020, appena prima della pandemia, quindi in un momento molto delicato ed è stato svolto un lavoro eccezionale anche durante l’emergenza sanitaria, per avviare il rilancio del sito. Stiamo proseguendo su questa linea e stiamo cercando appunto di rafforzare, di consolidare il rapporto tra due siti. Come lo facciamo? In modo diverso: da una parte abbiamo un biglietto unico per l’intero parco archeologico, quindi per entrambi i siti e per il Museo Archeologico Nazionale di Paestum. Un biglietto che dura tre giorni, che ha anche l’obiettivo di incentivare i nostri visitatori a fermarsi sul territorio. Ciò ci consente di creare una piccola rete e di promuovere ulteriormente anche altre bellezze e altre ricchezze culturali del patrimonio, incentivare i visitatori a fermarsi, a dormire, a trascorrere la notte, a godere in toto delle bellezze del Cilento. Da ringraziare sono anche gli attori di Ascea come il comune e la Pro Loco coi quali si collabora per garantire ai visitatori tanti servizi come, ad esempio, il trasporto tra la stazione asceota e il Parco. Aggiungo che, chiusa finalmente la crisi pandemica, Paestum e Velia hanno fatto registrare un importante incremento di visitatori e questo ci rende orgogliosi”.
In ultimo, l’appello che Tiziana D’Angelo fa ai visitatori per partecipare agli eventi…
“Venite a trovarci. Tutti gli eventi sono unici anche perché inseriti in due stupende cornici come quelle delle aree archeologiche. Saranno delle serate indimenticabili che lasceranno negli animi ricordi indelebili. Paestum e Velia diventeranno agorà in cui incontrarsi, vedersi, confrontarsi. L’invito, poi, è di tornare ad apprezzare le nostre grandi bellezze”.