Della movida si chiacchiera in maniera intransigente da parte delle istituzioni, ed in modo meno accomodante, anzi irrispettoso, da parte dei gestori dei locali, quali discoteche e punti di ritrovo suscettibili di assembramenti: è necessario, prescindendo dal discorso “contagio per coronavirus”, analizzare il fenomeno in prospettiva, e capita a fagiolo la candidatura alle prossime amministrative del Comune metelliano, di colui che vanta un’esperienza ultra trentennale nel settore, soprattutto in provincia di Salerno. Ciro Mosca, una vita trascorsa ad organizzare quella che ha preso il nome di clima di vitalità sociale, culturale e artistica, caratteristico della Spagna degli anni intorno al 1980, da poco ritornata alla democrazia. “Più semplicemente, il momento di convivenza giovanile, di divertimento misto a comunicazione sociale, ed è quello che pochi si ostinano a non voler intendere, fraintendendo un appuntamento di crescita con una nullafacenza che non appartiene al mondo giovanile, quello puro, ambizioso, desideroso di crescere e di affermarsi.” Titolare di un noto locale di Cava de’ Tirreni, sta cercando in questo lungo momento di pausa e di riflessione, di lanciare idee concrete per definire in maniera assoluta i confini di questa attività che coinvolge gestori di bar, discoteche, locali di ritrovo, al fine di renderla un settore trainante per l’economia della città, che…” ha due valenze, quella strettamente commerciale, e quella della movida: andando per ordine, classifico le esigenze per far funzionare nel migliore dei modi la peculiarità che offre la vocazione del centro, senza fare ostracismo verso chicchessia.”
Quali le iniziative da intraprendere nel caso facesse parte della maggioranza che guiderà la città? “Nell’ordine, coagulare le sinergie, fondare un’associazione con regole e statuto che non lascino adito a fughe in avanti, programmare la formazione per i giovani, in modo da rendere visibile le loro attitudini ed entrare di fatto nel mondo del lavoro, successivamente affrontare l’operazione del coinvolgimento di tutti in un consorzio che abbia la possibilità di ottenere vantaggi negli acquisti di materie prime, di energia elettrica, di gas, di carburante”. Crescita per il movimento di denaro, per l’afflusso di clienti dai centri viciniori, ma il riscontro di immagine per la città quale sarebbe? “Nessuno, se non riuscissimo a registrare un brand, un logo, un marchio che identifichi la nostra realtà, che riesca ad accoppiarsi ai luoghi rinomati della Campania, optare per un progetto che abbini movida e commercio, e riuscire con l’unione, che da sempre vuol dire forza, ad esercitare un impulso contrattuale con gli istituti di credito.” Contrario alla chiusura decisa dal Governo? “ Nulla da obiettare se trattasi di salute pubblica, ma non sarebbe stato il caso di organizzarsi e prendere decisioni imperative sin da subìto, senza lasciarsi prendere da facili entusiasmi, e dare un placet, per poi rimangiarselo al primo sussulto del virus. Inoltre, mi domando e non riesco a darmi una risposta, come mai, una volta approntate le misure di salvaguardia, misurata la temperatura all’ingresso per ognuno dei clienti, come potesse diffondersi il contagio? E’ nell’aria, nello smog, nel chiuso che si sviluppa il Corona virus?” Liberi di….? “ Di dimostrare che siamo capaci, che abbiamo idee e risorse, che accettiamo sfide, che siamo pronti a ripartire, con coraggio, determinazione, voglia di capovolgere il destino della nostra amata Cava….”