I porti campani sono pronti ad accogliere nuovamente le navi da crociera. La conferma arriva dal presidente dell’autorità di Sistema portuale Mar Tirreno centrale, Andrea Annunziata, pur rammentando come “la stagione crocieristica sia legata alle attività crocieristiche in tutto il mondo, quindi siamo legati in un network internazionale”. Per lo scalo marittimo di Salerno, “abbiamo ormai affrontato il problema dei dragaggi, stiamo risolvendo il problema alla Stazione marittima della costruzione dei cassoni per il molo di sopraflutto, un’opera rivoluzionaria, modernissima che, con il tempo, potremo avere la possibilità di creare energie alternative con il moto ondoso. Il molo sarà libero e quindi potranno già arrivare le prime navi da crociera”, spiega il capo dell’authority, a margine dell’incontro ‘Salute e sicurezza nei porti. Impegno e azione’, organizzato dalla Filt Cgil alla Stazione marittima di Salerno. Quanto al porto di Napoli, Annunziata sottolinea che “siamo pronti anche con il molo Beverello”. Poi, qualche dato: “Siamo quasi a dieci milioni di passeggeri, li’ sul molo Beverello, dove c’è tutto il traffico delle isole, Ischia, Capri e Procida, quest’ultima dal primo gennaio è capitale della Cultura”. Ma, precisa che “non aspetteremo il primo gennaio perchè, già adesso, c’è gente che vuole visitare Procida”. “Siamo pronti e i dati sono favorevoli”, ribadisce osservando che, “per tutto il settore commerciale, aprile chiudiamo con un aumento del 41% di merci in aumento”. Per la questione sicurezza, Annunziata ritiene che “la soluzione è quella che sembrerebbe la più lontana o la meno attuale, quella di riprendere un atteggiamento di responsabilità da parte di tutti”. “Significa – aggiunge – maggiore educazione civica, maggiore attenzione per le proprie azioni, nel momento in cui ci si muove e, poi, dopo interviene anche la legge, una legislazione in Italia che non ha mai completato il suo iter, complessivamente parlando”. Per il segretario nazionale di Filt Cgil, Natale Colombo, “stiamo continuando a registrare troppe morti bianche, non è più possibile andare al lavoro e morire per il lavoro”. Da qui, la decisione di “avviare questa grande campagna che iniziamo proprio a Salerno e non è un caso. Qui, si è registrata, purtroppo, l’ultima morte sul lavoro, Matteo Leone. Da oggi, perciò, parte una grande campagna di sensibilizzazione affinchè la cultura della sicurezza si possa infondere fra tutti, lavoratori e imprese”. Il segretario generale Filt Cgil Salerno, Gerardo Arpino, ritiene necessario “rilanciare e aumentare gli ispettori all’interno del porto di Salerno che, ad oggi, sono soltanto due su circa 600 lavoratori” e, poi, “formare gli operatori portuali che devono avere la consapevolezza di quali siano i propri diritti e i propri doveri, ma soprattutto bisogna innalzare i livelli occupazionali perchè non si può accostare al lavoro la morte”. Il porto di Salerno, nel rapporto fra movimentazioni e spazi, “è tra i più funzionali a livello europeo”, evidenzia Arpino rimarcando, al contempo, che “è pur vero che nel nostro porto manca un’area retroportuale che consentirebbe di aumentare gli spazi e di garantire maggiori livelli di sicurezza”. All’incontro ha preso parte anche Emilio Leone, papa’ di Matteo, il 34enne morto, lo scorso 25 maggio, in seguito a un incidente nel porto salernitano. Il porto di Salerno è stato scenario di sangue per tante troppe persone. Come dimenticare Marco Monetta, Lino Trezza, Beniamino Tafuri, Alfonso Ragone conosciuto da tutti come Napoleone e Matteo Leone che sono morti lavorando e sotto gli occhi attoniti dei lavoratori. “E’ proprio la sua centralità nella vita economica e sociale della città che ha acconsentito alla nostra richiesta di lutto cittadino dopo la tragica morte di matteo, da parte dell’amministrazione comunale”, ha dichiarato il segretario generale della Filt Cgil, sottolineando che l’organizzazione sindacale ha “il dovere di arrestare quest’ecatombe. Dunque va perseguita strenuamente la sicurezza e posta al centro di ogni attività. E’ inaccettabile che un giovane possa morire mentre compie il proprio dovere, perché lavoro non deve significare morte – ha aggiunto Arpino – In Questa realtà, investire in sicurezza e valorizzare le risorse umane, significa sviluppare partecipazione, senso di appartenenza e più in generale lavoro sicuro, in tutti sensi”. Di fatti, l’esito degli infortuni sul lavoro dipende non solo dall’entità del danno, ma anche dalla prontezza ed efficacia dei primi soccorsi “specializzati” che possono fare la differenza tra la vita e la morte, tra recupero rapido e prolungato, tra disabilità temporanea o permanente. “Ritengo perciò opportuno e necessario, in un ambiente come il Porto di Salerno, provvedere a sensibilizzare con Corsi di Formazione da parte dell’Adsp del Mar Tirreno Centrale e da tutte le maestranze portuali; di aumentare il numero di ispettori alla sicurezza(solo n.2 per 500 unità); e di inserire un “medico competente e professionale” in ogni ambulanza presente nello stesso, per avviare azioni che possono aiutare a salvare la vita di tutti i lavoratori portuali”, ha aggiunto Arpino, ribadendo la necessità delle Zes, una misura storica che consentirà di aprire un rilancio per tutto il Sud Italia con la tassazione più competitiva d’Europa. Intanto, su Porta Ovest procedono spediti gli scavi: è stato abbattuto il muro di cinta della porzione di montagna da scavare. Proprio il progetto delle gallerie è stato recentemente «rivisto» e alleggerito di alcune voci prima inserite. Quindi la realizzazione definitiva è fissata tra 2 anni, finalizzato a ridurre drasticamente il traffico cittadino soprattutto sul viadotto Gatto.
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