Morte sospetta al Ruggi. Si indaga - Le Cronache Cronaca
Cronaca Salerno

Morte sospetta al Ruggi. Si indaga

Morte sospetta al Ruggi. Si indaga

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno potrebbe trovarsi di fronte a un nuovo caso di morte sospetta, che rischia di sollevare interrogativi non solo sul singolo episodio, ma anche sull’organizzazione e sulle procedure interne della struttura sanitaria. Ieri, nel reparto di ginecologia dell’ospedale cittadino, è deceduta una donna residente a Nocera Superiore, identificata con le iniziali A.G., in circostanze ancora tutte da chiarire e che potrebbero richiedere un’indagine approfondita da parte delle autorità competenti. Secondo quanto riferito da fonti vicine alla famiglia, la donna era stata ricoverata alcuni mesi fa per una patologia ginecologica presso il Ruggi. In seguito, era stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’applicazione di una stomia temporanea, una procedura che, sebbene delicata, viene eseguita con regolarità in casi di compromissione intestinale. Tuttavia, il decorso post-operatorio non sarebbe stato favorevole: il quadro clinico della paziente si sarebbe aggravato, rendendo necessario un nuovo ricovero. Nei giorni precedenti al decesso, la donna è stata nuovamente operata per la ricanalizzazione intestinale, ovvero per il ripristino della continuità dell’intestino. Secondo alcune testimonianze, l’intervento sarebbe stato eseguito in condizioni anomale, in assenza di un chirurgo specialista, circostanza che — se confermata — potrebbe configurare una grave violazione dei protocolli sanitari. La mattina di domenica, la paziente è stata sottoposta a una TAC addome completo, con e senza mezzo di contrasto, per monitorare la situazione clinica in fase di ricanalizzazione dell’ileostomia. Poco dopo, le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate, fino al decesso avvenuto nella mattinata di lunedì. La famiglia, profondamente scossa dall’accaduto, avrebbe già sporto denuncia presso le autorità competenti, chiedendo che venga fatta piena luce su quanto accaduto e che siano accertate eventuali responsabilità mediche, organizzative o gestionali. La vicenda ha già suscitato preoccupazione tra i cittadini e potrebbe riaccendere il dibattito sulla qualità dell’assistenza sanitaria, sulla trasparenza delle procedure ospedaliere e sulla necessità di garantire standard elevati di sicurezza per i pazienti. In attesa degli sviluppi giudiziari e delle eventuali verifiche interne, resta il dolore di una famiglia che chiede verità e giustizia, e il dovere delle istituzioni di rispondere con chiarezza e responsabilità. Il caso, se confermato nelle sue criticità, potrebbe rappresentare un punto di svolta per il Ruggi, chiamato a dimostrare non solo competenza clinica, ma anche integrità e attenzione verso la tutela della vita umana.